Identikit di un delitto: il finale del film con Richard Gere e Claire Danes

Il finale di un film lento, a tratti scontato, che richiama Seven , thriller di successo degli anni '90.

Identikit di un delitto – titolo originale The Flock – è un thriller del 2007 diretto da Wai-Keung Lau (Confession of Pain; I soldati dell’Imperatore) con protagonisti un imbolsito Richard Gere e Claire Danes, decisamente un pesce fuor d’acqua all’interno di questa macabra pellicola.

Identikit di un delitt, la trama, a giudizio di molti, di un film scontato?

Identikit di un delitto: Claire Danes e Richard Gere in una scena cinematographe.it

Un film decisamente lento, pesante e, a tratti, scontato. Richard Gere interpreta il ruolo di Erroll Babbage un agente federale costretto al prepensionamento, per dare spazio ad una nuova leva, la giovane e biondissima Allison Lowry (Claire Danes). Il compito di Erroll, nello specifico, è quello di continuare a tenere sotto controllo le persone che – dopo aver scontato in carcere la propria pena per reati legati a pedofilia, violenza carnale e pedopornografia – vengono riammesse nella comunità. Questo gregge – da qui il titolo The Flock – di cui Erroll/Gere è il “pastore”, non è però compatto: qualche “pecorella smarrita” sta causando non pochi problemi. Mentre Erroll cerca di fare da mentore ad Allison, usando anche metodi discutibili e che non piacciono alla ragazza, una diciassettenne scompare nel nulla e il modo in cui sparisce, ricorda ad Erroll un caso sui cui ha lavorato diversi anni prima, quello di Abigail, una ragazzina che non è mai stata ritrovata e i cui genitori aspettano ancora notizie. Erroll si sente responsabile per non aver risolto il caso di Abigail, per questo motivo la scomparsa di Harriet Wells scatena in Erroll un desiderio di riscatto. Ossessionato dagli indizi, quasi a livello maniacale, Erroll inzia una corsa contro il tempo tutta sua. Allison, dapprima restia a perseguire le orme “compulsive” di Babbage, capisce invece che l’unico modo per ritrovare viva la ragazza è seguire l’istinto di Erroll.

Identikit di un delitto, il finale come Seven?

Identikit di un delitto: still dal film cinematographe.it

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Il finale di questo thriller è scontato. Nel palese tentativo di emulare un successo come Seven, diretto dal grande David Fincher e interpretato da un giovanissimo Brad Pitt, Morgan Freeman e Kevin Spacey, Identikit di un delitto fa letteralmente acqua da tutte le parti. Anche in questa pellicola come in quella di Fincher, c’è spazio per il macabro: tra mutilazioni e sadomaso, sono molti i richiami a Seven, compresa la scena finale dove una psicopatica KaDee Strickland – bravissima nel ruolo di Viola – indossa un cappottino rosso, come rossa è la tuta da detenuto di Spacey nel finale di Seven e anche l’ambientazione è la stessa: un luogo praticamente deserto e tanta sabbia. Potremmo dire che anche le battute finali coincidono: lei che grida a Erroll di non avere gli attributi per spararle/Kevin Spacey che guarda Brad Pitt attendendo che l’ultimo dei sette vizi capitali si compia, ovvero, l’Ira. In un susseguirsi di tensione, si scoprirà che la pecorella smarrita del gregge di Erroll era, in realtà, quella di cui lui in un certo senso sembrava fidarsi di più perché la credeva vittima di un assurdo gioco di ruoli.

Negli ultimi minuti del film, invece, si comprende quanto sia facile credere che dietro il più mite agnellino, si nasconda invece un famelico lupo. Il tentativo di Erroll di fermare il male, alla fine, risulta praticamente nullo e tutto quello per cui lui ha “combattuto” fino a quel momento, perde ogni significato. Il film e il suo finale si sintetizzano in una battuta di Erroll ad Allison: “Queste persone non solo mentono, loro sono la menzogna. In pubblico sono persone per bene, socialmente responsabili, che ti guardano negli occhi ma mai tanto a lungo da metterti a disagio. Ti stringono la mano, ti danno una pacca sulla spalla, ma non fanno mai troppo. Sono cristiani se tu sei cristiano, bestemmiano se tu bestemmi e lo fanno perché la gente come te pensa erroneamente che la vita pubblica ci dica tutto della vita privata. Non ci dice niente, nasconde tutto invece”.