Furioza: recensione del film polacco Netflix

Dalla Polonia un mix di poliziesco, crime, gangster-movie e thriller firmato da Cyprian T. Olencki, disponibile su Netflix dal 6 aprile 2022.

Terminate le oltre due ore di visione su Netflix di Furioza, rilasciato dal broadcaster a stelle e strisce sulla propria piattaforma il 6 aprile 2022, la sensazione di déjà-vu che si prova nei confronti di un’esperienza già vissuta invade una volta per tutte la mente dello spettatore di turno. Una sensazione che a dire il vero inizia a germogliare già durante la fruizione. Questo perché l’opera seconda di Cyprian T. Olencki ha nel DNA una scarsissima percentuale di originalità, mescolata a quella pigrizia nella fase di scrittura che si limita a replicare quasi fedelmente schemi, architetture e modus operandi pre-esistenti e preconfezionati ai quali ricorrere e attingere per portare a termine progetti omologati, anonimi e privi di pennellate personali. Motivo per cui, assistere al film del cineasta polacco è come trovarsi al cospetto di un copione già scritto, del quale si conosce in anticipo ogni snodo narrativo o soluzione tecnica messa in atto per trasferire sullo schermo la storia e i personaggi che la animano.

Il problema di Furioza risiede nell’incapacità di chi lo ha concepito di volersi distaccare da un modello ampiamente codificato

Furioza cinematographe.it

Sta dunque alla radice il problema di fondo di Furioza, ossia nell’incapacità o nella scarsa propensione di chi lo ha concepito di volersi distaccare da un modello ampiamente codificato, del quale segue per filo e per segno il libretto d’istruzione, nel suo caso dei generi e dei filoni ai quali fa riferimento. Nella pellicola del regista polacco si possono intercettare gli stilemi del crime, del poliziesco, del dramma e del gangster-movie, dando vita all’ennesimo romanzo criminale che dai grandi classici dei bei tempi che furono arriva direttamente alle varianti seriali alla Gomorra. Ed ecco materializzarsi davanti ai nostri occhi un cocktail dal sapore insipido, che racconta ancora una volta la costruzione e la rovinosa caduta di “impero” illegale che vede protagonisti dei pesci piccoli che aspirano a diventare dei pescecani.

Un film scaraventa lo spettatore in una spirale di violenza nella Polonia dei giorni nostri

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Lo script riavvolge le lancette dell’orologio per raccontare come un evento tragico avvenuto nel passato arriva a separare il destino di tre amici. Ma prima o poi con quel passato bisogna farci i conti e, infatti, inaspettatamente nella vita di David (Mateusz Banasiuk) riappare Dzika (Weronika Ksiazkiewicz), che un tempo era l’amore della sua vita. Entrambi nel frattempo sono cambiati profondamente, con lui che è diventato un medico e lei una poliziotta esperta. E sarà proprio Dzika a fargli un’offerta che non potrà rifiutare, vale a dire trasformarsi in un informatore per evitare al fratello maggiore Kaszub (Wojciech Zielinski) di finire in carcere con una condanna a lungo termine. Spalle al muro, David alla fine cede e si troverà a fare i conti con un gruppo criminale organizzato nel mezzo di una guerra per la conquista del potere, del denaro e del traffico di droga, dovendo schivare anche i continui sospetti di un amico di vecchia data soprannominato Golden (Mateusz Damiecki). Presto scoprirà che da quel mondo dal quale era fuggito non si potrà mai liberare completamente, un mondo che finirà con l’inghiottirlo nuovamente in una spirale ancora più forte di violenza.   

Furioza non ha nulla da aggiungere alle epopee criminali alle quali abbiamo assistito da molti decenni a questa parte

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La timeline si va a comporre pezzo dopo pezzo con gli highlights che segnano nel sangue il percorso che condurrà direttamente al punto di rottura, quello del non ritorno al quale seguirà la discesa. Chi si salverà tra le parti e se si salverà qualcuno è lasciato alla visione, ma in un modo o nell’altro tutte le figure coinvolte ne usciranno con le ossa rotte.
Furioza in tal senso non ha nulla da aggiungere alle epopee criminali alle quali abbiamo assistito da molti decenni a questa parte sul grande e piccolo schermo, a maggior ragione se come altri prodotti analoghi si basa su una letteratura dai temi e dalle dinamiche universalmente battute. In effetti, si assiste a un botta e risposta a base di alleanze e doppi giochi, dove il più delle volte ci scappa il morto. Senza andare troppo in là nel tempo, la stessa cinematografia polacca, sotto l’egida di casa madre Netflix, ha già offerto ai suoi abbonati nel gennaio 2022 qualcosa di simile. Si tratta di How I Fell in Love with a Gangster, con il quale il connazionale Maciej Kawulski narrava l’epopea criminale di Nikodem “Nikoś” Skotarczak che, da insignificante cambiavalute, diventa il padrino mafioso della Tripla Città negli anni Settanta.    

Furioza ha dalla sua parte solo il realismo della messa in scena e la durezza degli scontri corpo a corpo

Furioza - cinematographe.it

Questo per sottolineare quanti punti di contatto ci possano essere tra Furioza e i generi con i quali ha deciso di confrontarsi, ma ai quali non ha saputo aggiungere nulla di significativo, se non un discreto realismo nella messa in scena che scorre di pari passo con la durezza degli scontri corpo a corpo (vedi la mega rissa sul treno o nella foresta). Allora viene da chiedersi: perché dovremmo sprecare due preziose ore della nostra vita?

Regia - 2
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 3
Recitazione - 2
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.9

Tags: Netflix