Britney contro Spears: recensione del documentario Netflix

Attraverso immagini di repertorio e interviste, si ricostruisce l'incredibile storia della tutela legale della popstar Britney Spears, fino al momento dell'ultima fatidica udienza di settembre 2021.

“Mi sento come se fossi stata un animale in gabbia per metà della mia vita. È esattamente per questo motivo che mi dirigo e mi trucco da sola, mi produco, mi vesto, faccio musica da sola”. Parole che arrivano dall’account Instagram di Britney Spears, dopo la decisione del Superior Court di Los Angeles di togliere a Jamie Spears la tutela legale (gli americani la chiamano “conservatorship”) di sua figlia. Il 29 settembre 2021, infatti, la tanto agognata svolta è arrivata, con buona pace del movimento #freeBritney che tanto si è battuto in questi anni per liberare la popstar dal suo assurdo giogo giudiziario.
Questo significa, dal nostro punto di vista, che il documentario Britney contro Spears appartiene già al passato, è per così dire “nato vecchio”. Superato dagli stessi eventi da cui trae ispirazione, visto e considerato che il lancio su Netflix è avvenuto esattamente 24 ore prima dell’udienza decisiva, proprio per sfruttare un hype istantaneo e destinato evidentemente a non durare nel tempo. In verità, l’opera di Erin Lee Carr arriva anche dopo altre due pellicole dedicate alla reginetta del pop, Framing Britney Spears e Controlling Britney.

Britney contro Spears: Una storia di potere e controllo, cospirazione e rumors

Britney contro Spears - Cinematographe.itDifficile quindi immaginare di poter assistere a qualcosa di diverso e nuovo, rispetto a quanto già ampiamente masticato in questi anni. L’approccio di Erin Lee Carr – coadiuvata dalla giornalista di Rolling Stone Jenny Eliscu – è decisamente canonico e privo di guizzi: si parte dalla tribolata relazione con Kevin Federline, che sarebbe l’origine di tutti i mali e la causa principale del tracollo di Britney Spears, si passa attraverso la penosa questione della custodia dei figli e si arriva alla clamorosa decisione della tutela. Dal 2008 Britney non è più padrona di se stessa, e tutto deve passare attraverso il controllo del padre-padrone.

Una vicenda di potere e di abuso di potere, di controllo e paradossi: mentre la giovane cantante passa attraverso una diagnosi di demenza (firmata da uno psichiatrica geriatrico che non l’avrebbe mai davvero visitata) e sviluppa una dipendenza all’Adderall (farmaco che può provocare psicosi e paranoia), continua a lavorare senza sosta al nuovo album e ad un resident show a Las Vegas – senza dimenticare le apparizioni televisive, tra cui spicca quella nella serie tv How I Met Your Mother. Le immagini di Britney contro Spears colpiscono, ma sono sempre le stesse, e la ricostruzione tradisce una forte (e, peraltro, comprensibile) mancanza di oggettività.

La difficile sopravvivenza di un personaggio da teatro tragico

Britney contro Spears - Cinematographe.itLe due autrici, infatti, tifano in modo sfegatato per Britney, un po’ come hanno fatto tutti i mass media dal momento in cui la disavventura della conservatorship è divenuta di dominio pubblico. Eppure, visto che è stata anche la stessa opinione pubblica a consumare e distruggere la popstar in questi anni, si avverte la solita sordida sensazione di morbosità. In fondo che differenza c’è tra i paparazzi che hanno martoriato la vita privata della cantante dai tempi di Baby One More Time e i giornalisti che continuano senza pietà a volerne ricostruire relazioni amorose, momenti di intimità e psicologia minando quel poco che è rimasto della sua privacy?

Bullizzata, emarginata e sola, Britney Spears sembra destinata a restare un personaggio tragico, impossibile da comprendere appieno nelle sue umane e logiche idiosincrasie. Se da un lato è vero che Britney contro Spears rinuncia a certe immagini sensazionalistiche, ormai arcinote al pubblico, dall’altro è altrettanto evidente che di un lavoro come questo si fatichi purtroppo a capire l’utilità e la necessità. Non viene fornito nessun elemento aggiuntivo, e anzi su certi importanti snodi si resta pericolosamente sulla superficie del “sentito dire”. A chi giova tutto questo? Non di certo a Britney, che continua a gran voce ad affermare di non gradire la rappresentazione continua della sua storia.

Regia - 1.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

2.2

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