Battleship: recensione del kolossal del 2012 di Peter Berg

La recensione di Battleship, film kolossal del 2012 diretto da Peter Berg, con un cast ricco e un alto budget, basato sul classico gioco Hasbro "Battaglia navale".

Battleship è un film del 2012 e sesto lungometraggio del regista statunitense Peter Berg (Friday Night Lights, Hancock, The Kingdom), che, ancora una volta, torna a dirigere un kolossal di guerra ad alto budget. La sceneggiatura è invece firmata dai fratelli Hoeber.

Per il soggetto la pellicola fa riferimento al classico gioco anni ’80 della Hasbro “Battaglia navale”, per l’occasione rispolverato e tradotto in un videogame che porta il titolo del film di Berg e a cui è ispirato. I presupposti, insomma, sono quelli di un progetto basato su una campagna promozionale e, a dir la verità, la pellicola non porta a pensarla diversamente.

Il cast è ricco di talenti (presenti, passati e addirittura in procinto di sbocciare) e di qualche figurina: ci sono Taylor Kitsch (Le belve, True Detective), Rihanna (al suo debutto sul grande schermo), Liam Neeson (Schinlder’s List – La lista di Schindler, Michael Collins, Kinsey), Alexander Skarsgård (Melancholia, The Legend of Tarzan), Hamish Linklater (Magic in the Moonlight, La grande scommessa), Jesse Plemons (Breaking Bad, Fargo), Tadanobu Asano (Thor, Silence), Brooklyn Decker e, come ciliegina sulla torta, un piccolo cameo di Rami Malek (Mr. Robot, Bohemian Rapsody).

Battleship: la trama

Battleship, cinematographe.it

Nel 2006 degli scienziati americani individuano il pianeta “G”, avente la particolarità di avere delle caratteristiche simili al quelle della Terra e quindi potenzialmente in grado di ospitare una forma di vita. Lo scopo del progetto scientifico è quello di stabilire un contatto con il corpo celeste, inviando un segnale ogni 24 ore da una postazione situata nelle Hawaii.

Alex Hopper (Kitsch) è un ragazzo intelligente e di buon cuore, ma è goffo, testardo ed incapace di assumersi le sue responsabilità. La sua fortuna è quella di aver conquistato l’amore di Samantha (Decker), la figlia del vice ammiraglio della marina americana Shane (Neeson) e, soprattutto, di avere come fratello maggiore il marine Stone Hopper (Skarsgård), il quale decide di aiutare il fratello a trovare la sua strada, convincendolo ad arruolarsi anch’egli in marina.

Destino vuole che l’ormai insperata risposta extraterrestre arrivi proprio durante un’esercitazione in mare, nella zona di Pearl Harbor. Gli alieni non arrivano però sul nostro pianeta con intenzioni pacifiche, ma bensì per comunicare agli altri della loro specie il via libera ed iniziare così la conquista.
Saranno in grado Alex, capitano dell’unica nave superstite nei dintorni, ed il suo equipaggio di prevenire l’invasione e salvare la Terra?

Battleship: il minore dei kolossal della Hasbro

Battleship, cinematographe.it

Come già accaduto per altri grandi kolossal catastrofici di enorme budget, come le saghe di Transformers e G.I. Joe, anche questa pellicola è ispirata ad un gioco della Hasbro, ma il risultato non è stato affatto all’altezza dei titoli sopracitati.

Eppure Battleship spara tutte le sue cartucce, ricorrendo anche a tutti gli assi nella manica possibili: il protagonista genio e sregolatezza (chi non ama i ribelli?), che ha una storia con la figlia del capo severo, ma giusto, e che dovrà raccogliere l’eredità del fratello, imperturbabile simbolo di integrità morale. Il tutto condito da una guerra contro gli alieni (i meno pericolosi del cinema, dotati di un outfit stile armatura di Halo) in mare aperto, sparatorie ad alta intensità, bellissime ragazze, nerd genialoidi e altre cose che scoprirete, ma sulle quali è meglio sorvolare.

Il film di Peter Berg finisce presto con il diventare un caotico delirio militare, fatto di battute tristi e prevedibili, scene di azione paradossali, personaggi improbabili e delle calate di stile clamorose (c’è anche la sigla della Pantera Rosa). Il minutaggio (fin troppo lungo) scorre a singhiozzi con una regia rivedibile ed una sceneggiatura da capelli dritti, finché arriva la chiave di volta. Fanno infatti la loro entrata in scena per la battaglia finale con gli alieni i marine veterani della Seconda Guerra Mondiale (gli stessi che ad inizio pellicola hanno bisogno del respiratore) a bordo della loro corazzata. Qui Battleship sembra rendersi conto della sua vena farsesca e quasi da circo, tant’è che alla fine decide di assecondare la piega presa e si sfocia in un assurdo controllato, probabilmente l’unico momento in cui il film pare avere senso.

Dopo la visione della pellicola rimane il dubbio che gli autori volessero creare una sorta di B movie dai mezzi sovradimensionati, un film ibrido o, semplicemente, una vera e propria parodia.
Nota a margine: Rihanna ha vinto per il suo ruolo nel film il Razzie Awards 2012 per peggior attrice non protagonista.

Regia - 2
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 1.5
Recitazione - 1.5
Sonoro - 2
Emozione - 1

1.7