Banana: recensione

“Tema: Che cosa è per te la felicità”. Chi non si è trovato davanti a questa traccia da svolgere almeno una volta nella vita alzi la mano! È proprio sulla felicità che è incentrato il nuovo film presentato dalla Good Films, dal titolo Banana e dal 15 Gennaio nelle sale cinematografiche. Una vera chicca del cinema italiano. Un film tragicomico, come quelli di un tempo.

Banana non è solo il titolo del film, ma anche il soprannome di Giovanni, il giovane protagonista. Lui preferirebbe essere chiamato “il brasiliano”, ma con il piede, per l’appunto a banana, che si ritrova, non riesce mai a centrare il pallone in porta. Giovanni è un quattordicenne buffo e fragile, presentato come “un Don Chisciotte di periferia”. Un po’ sfortunato e imbranato. Crede che nella vita bisogna prima di tutto essere felici e per questo è alla continua ricerca della felicità come un “ultrà-romantico”. Per provare questa sensazione a lui basta poco. Si accontenterebbe di avere Jessica, la ragazza per la quale ha una cotta, come compagna di classe per un altro anno e per questo motivo decide di darle una mano con lo studio.

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Quella di Giovanni è una favola contemporanea che ha un finale dolce e amaro. “Certo, non di può mica essere felici di tutto. Però, forse, basta esserlo di qualcosa. Che poi quel qualcosa illumina tutto il resto e siamo salvi”.
Se Giovanni da un lato è un divertente e impacciato Don Chisciotte che si imbatte nei mulini a vento, dall’altra invece è un adorabile e tenero Piccolo Principe, intento alla ricerca del vero amore e della vera amicizia. E mentre cerca di dare un significato alla felicità i suoi genitori continuano a litigare, la sorella smette di lottare per il suo futuro, gli amici si fanno distrarre da cellulari e finti giochi e Jessica continua a lasciarsi andare con ragazzi più grandi.

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Banana è un piccolo grande film. Un ulteriore successo della Good Films che anche questa volta fa centro e non smentisce il suo saper scegliere e investire su buoni progetti. In 83’ viene spiegato il significato della parola felicità, o almeno questo è l’intento. Metafora principale è il calcio brasiliano. È una critica sociale che fa sorridere. Tutto ha inizio durante una partita di pallone e continua tra i banchi di scuola. Il luogo dove ogni cosa ha un significato forte e chiaro. Il luogo dell’incanto e del segno, dell’avventura. Arriva per tutti, però, il momento di crescere. E mentre Giovanni si dirige veloce verso la porta avversaria rincorrendo la sua felicità, tutto il mondo intorno rimane quello che è. “Perché il mondo non fa poi così schifo”.

Giudizio Cinematographe

Regia - 3.7
Sceneggiatura - 3.2
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

3.7

Voto Cinematographe