Roger Michell parla di The Duke a Venezia 77: “Jim Broadbent e Helen Mirren sono stati perfetti”

La produttrice Nicky Bentham e il regista Roger Michell parlano di The Duke, con protagonisti Jim Broadbent e Helen Mirren.

Anche nei festival d’autore c’è bisogno di leggerezza. E quest’anno ad offrirne alla 77esima edizione del Cinema di Venezia è The Duke, la deliziosa commedia inglese con protagonista l’irresistibile duo composto da Jim Broadbent e Helen Mirren, insieme per riportare cinematograficamente la storia di Kempton Bunton e del suo “prendere in prestito” il ritratto del duca di Wellington dipinto da Francisco Goya. Un racconto che trae dal reale per arrivare al cinema, ma che il regista compone con un ritmo e una velocità che sembrano rifarsi al teatrale. Un’opera nata dalla volontà di tutti di riportare l’incredibile furto avvenuto negli anni Sessanta, per un’operazione di cui ci parlano la produttrice Nicky Bentham e il regista Roger Michell.

Ad interpretare lo stravagante personaggio di Kempton Bunton è stato preso il grande interprete Jim Broadbent insieme alla moglie cinematografica Helen Mirren. Come sono avvenute queste scelte e come è stato vedere l’energia dei due interpreti insieme?

Nicky Bentham: “Abbiamo avuto Jim Broadbent in mente fin dal primo momento, era perfetto. Quando l’abbiamo poi proposto a Roger anche lui era d’accordo.” 

Roger Mitchell: “Tra Jim e Helen Mirren non avremmo potuto scegliere di meglio. Tra l’altro non potevo credere che una regina come lei fosse così disposta a depositare la corona. È stato davvero piacevole lavorare con loro e la prima cosa che mi ha detto Helen quando abbiamo finito è stato “Quando ci rivediamo?”.” 

La cosa che più colpisce del film e dei due interpreti è proprio l’interazione che creano, la velocità dei dialoghi. Come ha lavorato sulle loro scene insieme, estremamente parlate e frenetiche?

R.M.: “È tutto dipeso dal fatto che i dialoghi erano scritti davvero bene. Il film ne è pieno e gli attori hanno dovuto lavorare molto sull’accento specifico del nord west inglese, nel New Castle. Questo ha significato che per gli altri attori si è deciso di fare un casting proprio nella zona interessata, infatti la maggior parte degli attori di contorno sono originari di quelle parti.”

Roger Michell e Nicky Bentham: “Jim Broadbent e Helen Mirren sono stati perfetti”

La storia è tratta da un evento realmente accaduto, nonostante abbia del fantastico. Come siete entrati in contatto con la storia e come avete lavorato con i materiali e le scelte registiche per realizzarle?

N.B.: “È stato il figlio stesso a farci conoscere la storia, pensava potesse funzionare e così è stato. È un racconto, però, che sta andando dimenticato e, visto l’impegno che Kempton mise nella sua missione di prendere in prestito l’opera per poter così usufruire del riscatto a favore della comunità, si voleva fare qualcosa perché rimanesse impresso nella memoria. Prima ci siamo dovuti assicurare però che tutto fosse vero e, assodato questo, siamo passati alla realizzazione del film. I materiali erano davvero tantissimi, soprattutto quelli del tribunale. Si può dire che quindi, soprattutto per la parte in tribunale, abbiamo più che altro preso ispirazione. È stato bellissimo mettere poi insieme questo team. Roger ha contribuito nella scelta dei costumi e abbiamo cercato l’architettura ideale per riportare il film negli anni post Seconda Guerra Mondiale.”

R.M.: “L’intenzione era quella di creare un’atmosfera che fosse per un film sia dinamico, che molto dolce. Abbiamo poi lavorato con il montaggio, anche per creare gli split screen, ma è stato usato tutto con parsimonia.”

Oltre a Helen Mirren e Jim Broadbent ci sono altri ottimi attori nel cast, come il giovane talento Fionn Whitehead.

R.M.: “Fionn è un grande attore. Mi ricorda un giovane Tom Nourtenay. Fa parte di questa new wave inglese giovanile ed è perfetto per la camera, con i suoi occhi che sprigionano fuoco.” 

Quindi, alla fine di tutto, per voi Kempton Bunton è colpevole o non colpevole?

R.M.: “Mi piace pensare che non lo sia. Ma, in fondo su questo, sono sempre stati d’accordo tutti.”