James Gandolfini e quell’assurda e prematura morte in hotel a Roma, dopo una cena troppo abbondante e sregolata

Una vita di eccessi, che ha accompagnato James Gandolfini anche nel giorno della sua morte, avvenuta per un infarto.

Era a Roma quando James Gandolfini esalò il suo ultimo respiro, per una morte naturale, secondo quanto rivelato dall’autopsia. Gandolfini – famoso per essere stato il boss del New Jersey, Tony Soprano, nella serie tv di grande successo I Soprano – era un attore molto amato, che ha detto addio troppo presto ai propri fan. Il giorno della sua morte, avvenuta il 19 giugno del 2013, era a Roma insieme a suo figlio, a mangiare e bere in giro per la capitale italiana.

Secondo il New York Post, quella sera l’attore consumò poco prima della sua morte – avvenuta a causa di un infarto – almeno otto drink, quattro shot di rum, due Pina Colada e due birre – insieme a una doppia porzione di frittura di gamberi, con tanta maionese e un piatto abbondante di foie grass. Tutto questo era nel pieno di una giornata molto calda, mentre insieme il figlio Michael. Gandolfini aveva deciso di mangiare solo fritti per il tutto il tempo che è stato a Roma, un tipo di cibo che non fa bene al cuore. Insieme a questo, il peso dell’attore e il caldo afose di quelle giornate, hanno complicato tutto.

Il giorno della morte è stato trovato proprio dal figlio Michael, privo di sensi. Sei uomini lo hanno portato fuori dalla stanza e lo hanno caricato sull’ambulanza. Nonostante l’uomo abbia lottato e gli uomini abbiano cercato di salvarlo per quaranta minuti, l’attore è deceduto, lasciato un vuoto incolmabile in tutti. Gandolfini ha sempre preferisto gli eccessi, che fossero questi di alcol, droga, cocaina e festini. Ed è proprio negli eccessi che ha deciso di andare via, facendo ciò che più amava – oltre alla recitazione: mangiare e bere.

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