L’avete riconosciuta? Qui non aveva decisamente l’età, qualche anno dopo ha raggiunto il successo grazie a un amore impossibile

Cantare non ha mai smesso di essere il suo primo lavoro, intervallato però anche da apparizioni sul set!

Questa tenera bambina renderà onore all’Italia in tutto il mondo!

Ha inciso, in otto differenti lingue, i suoi singoli in ogni parte del mondo, pubblicati in 120 Paesi. Ed è una delle poche cantanti italiane ad aver avuto l’onore di entrare in classifica del Regno Unito. Complessivamente, vanta oltre 15 milioni di dischi venduti a livello planetario. Ma soprattutto un brano ha reso immortale Gigliola Cinquetti: Non ho l’età, venduta in più di quattro milioni di copie in Europa.

Primo piano Gigliola Cinquetti

Nata a Verona il 20 dicembre 1947, Gigliola Cinquetti si è aggiudicata in due occasioni il Festival di Sanremo: nel 1964 con Non ho l’età, brano con cui trionfò pure all’Eurovision Song Contest (un risultato eguagliato solo da Toto Cutugno con Insieme nel 1990 e dai Maneskin con Zitti e buoni nel 2021), e nel 1966 con Dio, come ti amo. Che avesse stoffa da vendere lo aveva già intuito la maestra Andreis, la quale, nel 1959, la spinse a spinse a concorrente a una kermesse canora organizzata dall’Enal, unica bambina tra gli adulti.

Senza mai trascurare l’attività nella musica, che rimase sempre il suo primo lavoro, si concesse delle apparizioni sul set. Il debutto cinematografico avvenne con Canzoni, bulli e pupe (1964) di Carlo Infascelli. Seguì la collaborazione con Tullio Piacentini in 008 Operazione Ritmo, un’evidente parodia già nel titolo del franchise dell’Agente 007, in voga all’epoca. Sotto le direttive di Piacentini girò un secondo musicarello, Questi pazzi, pazzi italiani. Nel 1968, Gigliola Cinquetti, vestì i panni di Zanze nello sceneggiato tv Le mie prigioni di Sandro Bolchi, incentrato sulla vita di Silvio Pellico.

Gigliola Cinquetti sorridente

Quattro anni dopo fu addirittura protagonista di uno sceneggiato: Il Bivio, dove impersonava una giovane cantante che, una volta raggiunto un successo clamoroso, finì per perdersi concludendo la propria esistenza in maniera tragica.

Da lì prese una lunghissima pausa dalle produzioni per il piccolo e il grande schermo. Fino a Commesse (1999), fiction di Giorgio Capitani: in un cast che annoverava Nancy Brilli, Sabrina Ferilli, Veronica Pivetti, Franco Castellano, Caterina Vertova e una Anna Valle alle prime armi, era la moglie di Ray Lovelock. Quindi, nel 2001, incarnò la madre superiora ne I cavalieri che fecero l’impresa di Pupi Avati.

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