L’avete riconosciuto? Si definiva “un artigiano” ma i suoi capolavori cinematografici lo hanno reso il re degli artisti visionari

Si è reso esponente di un modo originale e innovativo di fare cinema, effigiato anche da un Oscar alla carriera.

Le sue opere sono assurte allo status di cult

Lo hanno chiamato in mille modi, descritto in molti di più. Ma probabilmente (come sempre accade) non ci sono mai state parole in grado di descriverlo meglio che quelle da lui stesso usate. Si riteneva “un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo“, forse peccando in eccessiva modestia. Federico Fellini ha, infatti, scritto alcune delle pagine più importanti nella storia del cinema italiano e mondiale, autore di pellicole assurte allo status di cult. Produzioni divenute popolari in ogni angolo del pianeta, tanto da valergli un posto nella cerchia più d’élite dei maestri della settima arte. Partendo dal presupposto che servirebbe un libro intero per descriverne a pieno le gesta, cerchiamo di ripercorrerne i maggiori successi.

Federico fine mai, cinematographe

Federico Fellini, nato il 20 gennaio 1920 a Roma e morto il 31 ottobre 1993 a Roma, ha regalato tante opere indimenticabili nel corso di quarant’anni di attività, da Luci del varietà del 1950 a La voce della Luna del 1990. In una decina di lungometraggi ha “ritratto” una piccola folla di figure memorabili. Ha lasciato opere ricche di satira e velate di una malinconia sottile, contraddistinte da uno stile visionario e onirico.

Federico fine mai, cinematographe

I titoli principali di Federico Fellini quali 8 ½, Amarcord, I vitelloni, La dolce vita, La strada e Le notti di Cabiria sono diventati dei topoi citati ovunque, in lingua originale. Per 8 ½, Amarcord, La strada e Le notti di Cabiria si è aggiudicato l’Oscar al miglior film in lingua straniera.

Candidato 12 volte alla statuetta, per il suo contributo all’industria del cinema gli è stato conferito l’Oscar alla carriera nel 1993. Inoltre, si è fregiato di ulteriori riconoscimenti, ottenuti tra l’altro ai Festival di Cannes (1960) e di Mosca (doppio, nel 1963 e nel 1987), in aggiunta al Leone d’oro alla carriera nel 1985.

Leggi anche Lo avete mai visto David Lynch da bambino? Il suo primo amore è la pittura ma al cinema ha creato opere sopraffine a cavallo fra sogno e realtà