Elon Musk e l’impietoso attacco a Netflix: così l’imprenditore liquida la piattaforma streaming

Elon Musk attacca Netflix e indica qual è il più grosso problema della piattaforma streaming.

Elon Musk, una delle persone più ricche al mondo, non perde mai occasione di dare la propria opinione su Twitter (per cui ha fatto un’offerta milionaria per essere il suo maggiore azionista), anche degli argomenti più disparati. L’ultima sua polemica, nata da un tweet, riguarda Netflix, la piattaforma streaming più usata e conosciuta nel mondo. Il fondatore di Tesla e Space X ha risposto in modo schietto a un tweet sul crollo del mercato azionario di Netflix: “Il virus della woke mind [letteralmente “mente sveglia” ndr] sta rendendo Netflix impossibile da guardare”. Perché il celebre imprenditore ha definito Netflix “inguardabile”?

Il virus a cui fa riferimento Elon Musk non ha nulla a che vedere con la pandemia di Covid. “Woke mind” è un termine ombrello che, soprattutto negli Stati Uniti, viene oggi utilizzato per indicare il famigerato politicamente corretto. Il cosiddetto “risveglio delle coscienze” – che ha assunto un significato politico negli anni ’60, con i grandi movimenti per i diritti civili – è stato associato alle battaglie sociali come quella del Black Lives Matter e del #MeToo, ma poi è stato utilizzato per definire le derive estremiste di questi movimenti (la “cancel culture“). Musk con questo tweet intende dire che, secondo lui, Netflix è ormai troppo schiavo del “politicamente corretto” e che i suoi prodotti originali siamo ormai diventati “inguardabili”, un’idea che, almeno sui social, ritrova molto consenso.

L’ultima settimana è stata una vera debacle per Netflix: al calo di 200.000 utenti (in gran parte causato dalla chiusura in Russia) si aggiungono il crollo del mercato azionario, la cancellazione di diverse serie animate e, ora, le parole di Musk, che sempre smuovono gli investitori. Tutto sembra implicare che questo non sia un buon momento per essere nel team di gestione della grande N, alle prese anche con grossi cambiamenti nella sua policy, tra cui più controlli sulle condivisioni dell’account.