Catherine Zeta-Jones e il disturbo bipolare: ecco il dramma che ha scatenato la psicopatologia nell’attrice

Un disturbo che lei stessa ha rivelato durante un'intervista.

È stata una delle attrici sex symbol di Hollywood per oltre un decennio e in molti ricorderanno la sua interpretazione ne La maschera di Zorro nei panni di Eléna Montero. Il 2002 è stato il suo anno d’oro: grazie alla sua performance di Velma Kelly nel musical Chicago ha vinto l’Oscar come miglior attrice non protagonista e il BAFTA sempre nella stessa categoria. Stiamo parlando ovviamente dell’attrice britannica Catherine Zeta-Jones, moglie di Michael Douglas.

Il disturbo bipolare di Catherine Zeta-Jones

Queen America Catherine Zeta-Jones Cinematographe.it

L’attrice britannica ha ammesso in diverse interviste di aver sofferto in passato di sindromi ipomaniacali dovute al disturbo bipolare di tipo 2, che si sono aggravati non poco dopo che suo marito ha scoperto di aver un cancro alla gola. Ma che cos’è il disturbo bipolare di tipo 2? E’ una malattia che riguarda l’alterazione del tono dell’umore. E’ caratterizzata dall’alternanza più o meno regolare di episodi di depressione maggiore ed episodi di ipomania.

I sintomi sono un umore anormalmente elevato, espansivo o irritabile, autostima esagerata, idee grandiose di sé e da realizzare, meno bisogno di dormire, spinta a parlare molto, e in modo più rapido e fluente, vissuto soggettivo di idee che si alternano velocemente, salto continuo da un argomento all’altro. Aumenta anche l’attività finalizzata: chi studia studia di più, chi lavora lavora di più, aumenta l’attività sessuale con implicazioni di cui poi dopo ci si pente, si commettono più facilmente imprudenze, per esempio grandi acquisti incauti o investimenti avventati.

Catherine Zeta-Jones ha ammesso pubblicamente il suo disturbo con le seguenti dichiarazioni:

Soffro di disturbo bipolare e non me ne vergogno. Questa è una malattia che colpisce milioni di persone, e io sono una di loro. Spero che il mio parlarne aiuti qualcun altro a prendere coraggio e cercare aiuto. Non c’è nessun bisogno di soffrire in silenzio. Inizialmente non volevo farmi aiutare. Ero completamente sola. Speravo che nessuno notasse la mia condizione ma poi, si è aggravata così tanto che anche le piccole cose, come andare a cena, sembravano difficilissime. Allora ho capito di aver bisogno di un supporto.