Baltasar Kormakur: attore, regista e produttore di The Oath

Il regista di Everest, Baltasar Kormakur è di nuovo di fronte alla macchina da presa per The Oath. Si tratta di un thriller psicologico co-sceneggiato da Olafur Egilsson, che si occuperà anche della produzione. Il suo ruolo sarà quello di un padre che cerca di aiutare la figlia ad uscire fuori dal mondo della droga e della microcriminalità, per poi scoprire che il pericolo si trova in luoghi apparentemente sicuri. Baltasar sta girando il dramma in lingua islandese.

Baltasar Kormakur: attore, regista e produttore di The Oath

Kormákur, che continua a seguire le dinamiche di Hollywood e del suo paese d’origine, l’Islanda, ha studiato recitazione prima di dedicarsi alla regia, apparendo in Reykjavik-Rotterdam. Ha poi girato Contraband nel 2012.
Il suo RVK Studios si sta occupando di produrre The Oath in partnership con Film4 and Germany’s ZDFE. David Kosse della Film4 è il produttore esecutivo. Le vendite mondiali sono affidate a XYZ Films, che sta parlando con gli acquirenti all’EFM di Berlino di questa settimana.

Kormakur e la RVK hanno recentemente prodotto una serie crime, Trapped, che ha debuttato in Islanda nella tv locale. Quest’anno approderà in Francia e successivamente nel Regno Unito su BBC Four, nei territori nordici e in Germania. Per quanto riguarda gli USA i diritti sono stati acquisiti dalla The Weinstein Company.

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LUI: Everest, film gelido e spietato diretto da Baltasar Kormákur.
LEI: spettatrice vagamente infreddolita ma piuttosto soddisfatta.

– Beh, non dici nulla?
– Intendi oltre alla sensazione di freddo?
– Dai, scema… ti sono piaciuto o no? Non sono un film facile, te ne do atto…
– Se non altro, Everest, non sei il classico film catastrofico.
– Ti aspettavi un film catastrofico?
– Mi aspettavo… Anzi, temevo un film alla Roland Emmerich, hai presente? Un film come 2012, o The Day After Tomorrow, o Godzilla, in cui l’unica cosa decente sono gli effetti speciali e la fotografia, mentre tutto il resto è da offesa alla pubblica decenza.
– Non è nel mio stile. Anzi, direi che sono un film dal ritmo abbastanza rilassato. Sai che sono tratto da una storia vera, no?
– Sì, la spedizione del 1996, quella in cui sono morti in otto. CONTINUA A LEGGERE LA RECENSIONE DA LETTO DI EVEREST