Stoya: intervista all’attrice di Ederlezi Rising, tra androidi e porno [VIDEO]

Stoya ci parla della sua esperienza sul set di Ederlezi Rising, dei suoi progetti futuri e di cosa è per lei i porno.

Ederlezi Rising è sicuramente una delle pellicole più attese in questo Trieste Science + Fiction Festival 2018, non solo e non tanto per la fama di visionario del regista Lazar Bodroza, ma anche per la presenza nel ruolo di co-protagonista di lei: Jessica Stoyadinovich, in arte Stoya, una delle porno attrici di maggiori impatto e notorietà dell’ultimo decennio, soprattutto per la sua sperimentazione e le sue teorie sociali sul sesso, il porno e la società moderne.
Stoya è anche divenuta una delle protagoniste, suo malgrado, del movimento #MeToo, per l’aver denunciato per violenza l’ex partner ed ex stella del porno James Deen.
Ora però l’ex stella del porno si è messa alla prova in un film cyberpunk dai risvolti sentimentali e filosofici, un’esperienza totalmente nuova per lei.

Stoya, lei si è cimentata in un ruolo di androide, in un personaggio alquanto atipico, complicato, com’è avvenuta la creazione del personaggio? Vi sono stati cambiamenti in corso per ciò che riguarda idee, caratteristiche?

“Sicuramente è stata una sfida importante, per la quale mi è stata molto utile recuperare il mio background di danza e balletto di quando ero più giovanissima. L’esperienza nel cinema porno però mi ha formato molto per quello che riguarda la presenza scenica, il linguaggio cinematografico, per migliorarmi però mi sono sottoposta a diversi laboratori sull’improvvisazione.
Certo Savazza, così come il regista, sono stati di straordinario aiuto nel guidarmi in quest’esperienza, correggendomi e aiutandomi nel percorso di creazione di questo personaggio. Soprattutto la moglie di Lazar è stata molto gentile sul set con i suoi consigli.
Paradossalmente anche il costume è stato un grosso aiuto, visto che mi ha aiutato a fissare i movimenti nell’ordine e nella modalità espressiva richiesta. E credetemi non è affatto facile!”

Qual è stata la sfida più ostica in questo film per Stoya? 

“Sicuramente il dover alternare e cambiare totalmente le emozioni durante la stessa scena, il legare tutto ad un’espressività corporea molto precisa, particolare, basti pensare che talvolta ci siamo accorti che muovevo alcune parti del corpo, una mano per esempio, andando in antitesi al personaggio se non al particolare momento emotivo. E allora Lazar subito mi chiedeva di rigirare la scena!”

Nel suo film si vede un futuro dove esiste il sesso è tra uomini e macchine, pur con una relazione sentimentale in fieri. Oggi però vediamo nascere i primi bordelli con bambole umane, l’uomo è in crisi, il sesso è sempre più on-line e meno reale, si parla di crisi dei rapporti umani. Lei non crede che il porno abbia una responsabilità in questa deriva? 

“Il problema è molto più vasto. Già nella Bibbia c’è un profondo maschilismo, una visione del sesso e della donna particolare. È così da secoli. Il porno non crea nulla, non cambia nulla. Il porno esprime un punto di vista, una visione del sesso, della carnalità, già presenti nella società, non inventa nulla, non mostra nulla che già non sia presente.
E poi ritengo che si dimentichi che del porno vengono fatti passare solo alcuni aspetti, emergono solo alcuni lati a secondo del contesto culturale. Molti altre facce vengono nascoste o prese in considerazione.
Il porno oggi come oggi si sta muovendo verso nuove direzioni, nuove forme di espressione che si legano a nuovi aspetti e visioni della società, forse bisogna sforzarsi di guardare anche quella fetta di mondo, quello della realtà LGBT o bisex per fare un esempio, non emergono più di tanto ancora oggi.”

Per Stoya cosa ha riserva il futuro? Ha intenzione di lasciare il mondo del porno? Magari di concentrarsi su una carriera di attrice per generi più eterogenei?

“Al momento sono molto concentrata nel seguire la mia nuova creatura: ZeroSpaces.com, dove sperimentiamo ed approfondiamo nuove tematiche e forme espressive del porno, cerchiamo di dare voce alle nuove idee e punti di vista su quest’universo.”