Perfetti Sconosciuti – Intervista al regista Paolo Genovese e al cast

Perfetti Sconosciuti, la nuova commedia tra riso e dramma diretta da Paolo Genovese è stata presentata a Roma dal regista italiano insieme ad un cast d’eccezione: Giuseppe Battiston, Anna Foglietta, Marco Giallini, Edoardo Leo, Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher e Kasia Smutniak. Sette amici e tre coppie che in una serata uguale a tante altre mettono in gioco i loro segreti rendendo pubblici i contenuti dei rispettivi telefoni, ormai scatole nere della nostra normalità. Il film uscirà nelle sale l’11 febbraio.

Perfetti Sconosciuti – Intervista al regista Paolo Genovese e al cast

Paolo Genovese, oltre che sceneggiatore insieme a Filippo Bologna, Paolo Costella, Paola Mammini e Rolando Ravello, sei ideatore del soggetto. Da dove nasce lo spunto per la trama di Perfetti Sconosciuti?

Ho sempre trovato che il voler raccontare la vita segreta delle persone fosse un espediente interessante, ma non sono mai riuscito a trovare un modo per utilizzarlo finché non è arrivata l’idea del cellulare. In origine doveva trattarsi di un’unica scena, ma ci siamo detti “E se il telefono diventasse il protagonista del gioco?”. Più scrivevamo, più le cose venivano in mente. Si può parlare quindi di un’idea che è venuta e si è formata da sé.

Nel film Rocco, il personaggio interpretato da Marco Giallini dice “Siamo tutti frangibili” ed afferma che ormai i cellulari sono diventate le nostre scatole nere, pensi che siano stati i social a renderci così?

Una volta i segreti erano nella nostra mente, ma con i cellulari siamo diventati più esposti. Li definirei il nostro tallone d’Achille, hanno la potenzialità di renderci deboli. Non si tratta di nascondere solo l’amante, ma possono contenere l’intera sfera del nostro privato.

Visti i recenti fatti, una domanda riguardo Ettore Scola. Quanto pensi ci sia della sua scuola nel tuo film e cosa ti ispira del suo modo di fare cinema?

Penso che un filone che accomuna tutto il corpus di opere di Ettore Scola sia non solo il riso, ma il riso mischiato al dramma. Oramai siamo pieni di film che vogliono solo far ridere, ma si dimentica che la tradizione del nostro cinema si basa sulla commedia che ha in sé una forte componente drammatica. Comprende molto di più della risata. E sono onorato se anche lontanamente qualcuno ritrovi nel mio film un registro simile a quello del maestro Scola.

Il regista Paolo Genovese: “Cosa penso di tutta questa tecnologia? Che sia diventata un po’ il nostro tallone d’Achille, ci rende molto più deboli.”

Come è stato formulato il gioco dei ruoli?

Prima di tutto vorrei dire che sono veramente fiero di questo cast. Anche se mai dovrebbe funzionare così, per quanto riguarda Perfetti Sconosciuti si è pensato agli attori che avrebbero interpretato i ruoli prima ancora di scrivere i ruoli stessi. Tant’è che sul copione originale al posto dei nomi dei personaggi c’erano quelli reali degli interpreti. E devo dire sono stati tutti all’altezza delle aspettative.

Visto che si parla del cast, una domanda agli attori: come è stato lavorare con i colleghi in questo gioco rivelatore tra amici?

Anna: Io ero in coppia con Valerio Mastandrea e devo dire che ci siamo divertiti molto. Penso arrivi l’idea di una coppia vera. Siamo riusciti a creare delle cose belle penso. Anche il lavoro con le altre donne del gruppo è stato bello, ci siamo confrontate molto e questo ci ha aiutate.

Alba: Nel film sono la neo sposina, moglie di Edoardo Leo che interpreta Cosimo e penso che anche noi come coppia immersi in quella dimensione abbiamo funzionato bene. Due giovani che perdono presto le illusioni.

Marco: Mi sono trovato molto bene. Con Kasia, che interpreta mia moglie nel film, ci siamo trovati a nostro agio e devo dire che voglio bene a tutti!

Edoardo: L’atmosfera era davvero buona. Non c’era quella sorta di assurdo timore in cui per rispetto non parli del lavoro dell’altro. C’era dialogo e aiuto reciproco. È così che il film pone delle basi solide. Partivamo da un copione poi veramente così ben fatto che anche l’improvvisazione non era necessaria per arricchire, il testo offriva già molto.

Valerio: Con alcuni di loro lavoro da anni e il film che abbiamo fatto credo sia buono ed è stato girato soprattutto in un ambiente confortante.