TSFF 2021 – Warning: recensione del film di Agata Alexander

Vite interconnesse in un futuro prossimo all’Apocalisse nell’esordio alla regia dell’apprezzata regista di videoclip Agata Alexander, interpretato da volti noti come Thomas Jane e Rupert Everett. Presentato in anteprima al Trieste Science + Fiction Festival.

Ancora non è dato sapere se Warning avrà o no una circuitazione nella sale nostrane, ma nel frattempo il pubblico del Trieste Science + Fiction Festival lo ha potuto vedere in anteprima nel corso della 21esima edizione. Un’occasione ghiotta, quella offerta dalla kermesse giuliana, per assistere sul grande schermo alla prima fatica cinematografica dell’apprezzata regista di videoclip indie Agata Alexander, qui alle prese con un fanta-thriller che esplora il significato della vita attraverso un giro di esistenze molteplici interconnesse in un futuro prossimo all’Apocalisse.

Warning: un fanta-thriller costruito attraverso sei storie che scorrono parallelamente sulla timeline in un palleggio insistito

Warning cinematographe.it

Il tutto si traduce in sei storie che scorrono parallelamente sulla timeline in un palleggio insistito per poi intrecciarsi in maniera fatale allo scoccare dell’ora X. C’è un astronauta alla deriva che osserva dallo spazio l’imminente disastro, una donna dipendente in tutto e per tutto da un’app, un androide obsoleto destinato al macero, una baby squillo alle prese con il sesso virtuale e due coppie in crisi per motivi diversi legati alle moderne tecnologie sempre più evolute che rendono complicate le relazioni umane.

Warning è un titolo che risuona nelle orecchie dello spettatore come una chiara lettera d’intenti

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Quello raffigurato dalla regista statunitense con pennellate pop che fanno parte integrante del suo stile è un mondo assuefatto e schiavo delle tecnologie, dove i sentimenti sono merce rara e i vecchi modelli vengono abbandonati in centri di adozione, come fossero animali domestici non più voluti. In tal senso, Warning è un titolo che risuona nelle orecchie dello spettatore come una chiara lettera d’intenti che annuncia il pericolo imminente di un disastro, ma anche gli effetti collaterali di un abuso dell’high-tech. Per riprendere un antico detto popolare: “uomo avvisato, mezzo salvato”. Ma qui potrebbe non bastare perché l’essere umano sembra non avere udito a sufficienza per ascoltare gli avvertimenti e per vedere i segnali di pericolo presenti nel quotidiano. Un magma incandescente, questo, alimentato a getto continuo da tematiche con le quali lo spettatore ha già fatto i conti in decenni di letteratura fantascientifica, sintetizzati e raccolti in maniera forte e precisa nelle stagioni della serie antologica Black Mirror.   

Nel collage finale si assiste all’immancabile discontinuità dettata da episodi più riusciti di altri

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La Alexander costruisce un mosaico di storie passando attraverso lo schema collaudato della pellicola corale a episodi, nel quale il tema centrale trova in racconti, registri e personaggi differenti gli affluenti narrativi e drammaturgici dai quali attingere. Nel collage finale si assiste all’immancabile discontinuità dettata da episodi più riusciti di altri, dove gli acuti più rilevanti arrivano nello specifico dai capitoli incentrati sull’androide obsoleto interpretato da un irriconoscibile Rupert Everett e in quello dell’astronauta alla deriva affidato a Thomas Jane. Si assiste di fatto alla classica e fisiologica discontinuità dei film dalla trama scomposta, nei quali alcuni ne sovrastano altri, creando un equilibrio nel giudizio finale. E in questo Warning non fa eccezione.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 2.5

3.1