Bif&st 2018 – Vent du nord: recensione del film di Walid Mattar
Presentato nella sezione Panorama Internazionale, il film racconta parallelamente la vita di due lavoratori di una fabbrica di scarpe.
Walid Mattar, regista tunisino classe 1980, porta al Bif&st 2018 il suo primo lungometraggio in selezione all’interno del Panorama Internazionale. Dopo una serie di cortometraggi, il regista debutta con Vent du nord, storia che racconta le vite parallele di due lavoratori accomunati dalla stessa azienda per cui lavorano.
In Vent du nord le storie dei due protagonisti viaggiano su due binari paralleli
Hervé lavora in una fabbrica che produce scarpe nel nord della Francia. Operaio macchinoso e ormai asettico alla sua mansione sogna una vita diversa. Quando le sorti della fabbrica diventano critiche, questa infatti sarà presto delocalizzata e spostata in Tunisia, non fa più di quanto sia necessario per combattere contro il licenziamento assieme ai suoi colleghi perché focalizzato su un altro obiettivo di vita. Hervé infatti vuole fare il pescatore e, perché no, insegnare il mestiere al suo unico figlio. La vicenda del francese e della sua famiglia viaggiano di pari passo con quella di Foued, un tunisino disoccupato che comincia a lavorare proprio nella stessa fabbrica appena trasferitasi dalla Francia. L’uomo lo fa per due importanti ragioni: racimolare qualche soldo per poter curare la madre malata e conquistare la donna che ama e che lavora nella stessa fabbrica.
In Vent du nord due storie come tante fatte di sogni e disillusioni che collidono con una ruvida realtà
Il film racconta due storie come tante altre già sentite e davvero molto vicine alla realtà di tutti i giorni. Hervé vuole vivere la vita che ha sempre desiderato, lontano dalle costrizioni che la condizione di operaio impone ai lavoratori, e coltivando una passione da sempre sognata. Foued, similmente, ha voglia di sbancare quel tanto bramato lunario e fare qualcosa di più, magari con quella che potrebbe essere la sua anima gemella. Dopo momenti in cui sembra andare tutto come sperato, ecco che la realtà arriva a chiedere il conto e se per Hervé questa si materializza come difficoltà e lentezze burocratiche e leggi incontrovertibili, per Foued si traducono in un paese troppo stretto in cui vivere e lavorare. Il regista Walid Mattar convince nel suo lungometraggio d’esordio portando sul grande schermo due storie quasi complementari e che, anzi, si muovono come divise dalla lastra di uno specchio in cui i due protagonisti sono faccia a faccia senza mai tuttavia incontrarsi. C’è speranza e tanta volontà di darsi da fare per i propri obiettivi negli occhi dei due protagonisti interpretati rispettivamente da Philippe Rebbot (Hervé) e Mohamed Amine Hamzaoui (Foued). Il cast di Vent du Nord è capace di raccontare mondi distaccati ma simili fatti di sacrifici familiari, contrasti e supporti. E se Philippe Rebbot e Mohamed Amine Hamzaoui tirano le fila della narrazione, attori come Kacey Mottet Klein, Corinne Masiero e Abir Bennani che interpretano rispettivamente il figlio e la moglie di Hervé e Karima, l’amata di Foued, arricchiscono Vent du nord di validi interpreti di questa storia tanto essenziale quanto vicina alla nostra quotidianità. Scritto a sei mani dai premiati Leyla Bouzid (Appena apro gli occhi), Claude Le Pape (The Fighters) e lo stesso Walid Mattar, Vent du nord si muove fluidamente in libertà attraverso scorrendo su due binari di vita che di volta in volta si allontanano e avvicinano asintoticamente.