Tokyo Love Hotel: recensione della commedia erotica di Hiroki Ryuichi

Sesso.Umorismo.Speranza.Destino. Sono queste le parole chiave che il regista Hiroki Ryuichi ha scelto per raccontare il suo Tokyo Love Hotel (trailer), la divertente e stuzzicante commedia erotica giapponese, in arrivo nelle sale cinematografiche italiane il 30 giugno con Tucker Film.

Il sorridente “bad boy” del cinema giapponese sceglie la cornice della capitale nipponica per raccontare lo svolgersi delle vicende, sentimentali e non, di 5 coppie proiettate verso quella che potrebbe essere la fine della loro storia o l’alba di un nuovo inizio. Tutto accade nel corso di un giorno ed una notte, durante i quali tutti i protagonisti si ritrovano ad avere a che fare con l’Hotel Atlas, uno dei tanti alberghi dell’amore di Kabukicho popolato da coppie clandestine in cerca di una parentesi amorosa, escort malinconiche, troupe di film porno, ragazze troppo ambiziose,  donne delle pulizie con una complicata vicenda personale da gestire e giovani stralunati come Toru, aspirante direttore di alberghi di lusso costretto a ripiegare sullo squallido Atlas per sbarcare il lunario, pagando il prezzo di veder crollare, nel corso di un’unica lunga notte, tutte le sue poche certezze.

Tokyo Love Hotel: benvenuti nell’albergo dell’amore e dei sogni infranti, fermata obbligata verso un futuro migliore

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Tokyo Love Hotel è un film corale, nel senso più autentico del termine, dove ciascun personaggio porta il suo contributo alla composizione di un mosaico fatto di piccoli ma indispensabili tasselli, in cui l’intento umoristico si amalgama perfettamente col desiderio di descrivere una società forse alla deriva, ma che possiede obiettivi ben chiari.
in Tokyo Love Hotel, viene appositamente lasciato in ombra il lato più torbido e deprorevole degli alberghi dell’amore per puntare i riflettori sulle dinamiche che portano i protagonisti, piccolo ma equilibrato campione rappresentativo di un popolo, a cercare nel sesso la propria realizzazione, che sia per lavoro, per svago personale, per ambizioni legate alla carriera o semplicemente per suscitare una reazione in un fidanzato troppo distratto.

tokyo love hotelUn film che non presenta vittime o che riserva una rivincita a chi rischia di finire per essere tale, edulcorando il lato squallido delle vicende che si svolgono all’interno dell’edificio con preservativi di cortesia,  lasciati al posto del cioccolatino della buonanotte, e monitor colorati su cui poter selezionare la stanza dei propri sogni, seppur brevi.
Hiroki Ryuichi presenta 5 storie, 5 coppie intente a conciliare l’esigenza di restare unite con l’incombere incalzante di pressioni burocratiche ed economiche, che spesso lasciano poca scelta circa il lavoro da svolgere, e altre volte offrono la tentazione di percorrere la strada più breve, ponendo i protagonisti nella posizione di dover vivere una doppia vita, fatta di segreti che hanno come intento principale quello di salvaguardare una vita privata sempre più complessa ed ingestibile. Alla base di tutto il desiderio di un futuro migliore, privo di sotterfugi e menzogne, in cui potersi lasciare alle spalle il passato e costruire una vita in grado di restituire quella dignità di cui ci si è temporaneamente deprivati, a causa di un destino avverso o della mancanza della spinta necessaria per non fermarsi alla soluzione all’apparenza più facile.

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In Tokyo Love Hotel l’amore è bello solo se non manca la passione, un’esigenza imprescindibile e al tempo stesso abusata, in grado di trasformare le persone più insospettabili in abili menzognere, mettendo sottilmente in crisi il confine fra giusto e sbagliato, lecito e illecito, in un susseguirsi di situazioni  ironiche e a tratti esilaranti che nascondono, dietro un sottile umorismo, intelligenti interrogativi circa le contraddizioni della natura umana, caratterizzata da un perpetuo affannarsi verso una felicità fatta di tanti aspetti, spesso non conciliabili, e mai priva di un prezzo da pagare.
Un film divertente e stimolante, più riflessivo che erotico, condito con un misto di leggerezza e malinconia tale da non far pesare le sue 2 ore e 15 di durata.

Tokyo Love Hotel è stato presentato nel 2015 al Far East Film Festival di Udine, segnando un trionfante ritorno del regista alla sua matrice più indie, dopo successi intimisti ma più mainstream come Vibrator (2003) e It’s Only Talk (2005); nel cast del film Sometani Shota, Maeda Atsuko e Lee Eun-woo.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.2