TSFF 2021 – The Lure (Córki dancingu): recensione del film polacco

Due sirene, Dorota e Argento, emergono dal mare e si ritrovano in un night club della Varsavia degli anni '80. Una favola, probabilmente. Oppure un incubo dall'esito crudele.

Uno dei filoni più interessanti del Trieste Film Festival 2021 è senza dubbio quello relativo alla scoperta delle registe contemporanee più importanti e talentuose dell’Est Europa. Nella neonata sezione “Wild Roses”, quest’anno, a fare da padrone sono state le cineaste polacche, con un paniere di titoli acclamati dai festival ma spesso rimasti ingiustamente confinati a quell’unico tipo di riconoscimento internazionale. The Lure, esordio alla regia di Agnieszka Smoczynska presentato al Sundance 2016, ha fatto a lungo discutere di sé, ed è facile intuirne le ragioni.
Ambientato nella Polonia comunista degli anni ’80, la pellicola appartiene alla folta schiera dei bizzarro movies ingannatori e solo in apparenza superficiali, che in verità si fanno portatori di metafore e approfondimenti che vanno ben oltre il semplice contesto e pretesto filmico. Córki dancingu è, ad esempio, un potente manifesto femminista, camuffato da bislacca storia amorosa. Protagoniste due sirene ammaliatrici, che prima di recarsi in Florida emergono dalla Vistola nei pressi di un ambiguo night club.

The Lure: storia di una sirena e dell’essere umano che le insegnò ad amare

The Lure - Cinematographe.itPotremmo definirlo un film sentimentale, ma anche un musical. E anche, a ben guardare, un horror fantastico. Il fatto è che Smoczynska, nella realizzazione della sceneggiatura, è stata ispirata dal truce racconto originale della Sirenetta di Hans Christian Andersen pubblicato per la prima volta nel 1837. Una cupa favola per adulti, dunque, più che un ameno e zuccheroso racconto Disney. Anche se in verità l’autrice cerca grottescamente e sarcasticamente di unire i due riferimenti, portando a compimento un ibrido assieme feroce e trasognato.

Perché le due sirene Dorota e Argento (interpretate con grande generosità da Michalina Olszańska e Marta Mazurek) sono creature enigmatiche e ibride, nel senso più ampio del termine; sono vampire assetate di sangue, ma anche fragili esseri capaci di innamorarsi e rischiare la vita nel nome di una passione. Ed è proprio seguendo la stramba love story di Argento, che resta folgorata dal bassista Mietek e sovverte la sua identità per cercare di compiacerlo, che si arriva all’acuto esame dell’oggettivizzazione delle donne, con annessa messa in ridicolo delle fantasie maschili.

The Lure: favola classica, Walt Disney… e un nuovo finale da scrivere

The Lure - Cinematographe.itLa forza di The Lure – letteralmente “il richiamo” – sta tutta nella sua ostentata doppiezza: come le sirene, per definizione, sono metà donne e metà pesce, così la narrazione riesce a essere al contempo sconvolgente e onirica, squallida (la povertà, il sottobosco kitsch, i personaggi persi in cerca di loro stessi) e intrisa di umorismo nerissimo (con qualche rimando al cinema stralunato di Aki Kaurismäki). Un film fatto per disorientare e provocare un fisiologico rigetto, che stordisce con un’estetica sovente sgradevolmente iperrealistica per poi aprirsi agli squarci pop ultrasaturi dei numeri musicali.

Ma forse, più di ogni altra cosa, The Lure è un’opera che recupera persino filologicamente lo spirito originale della fiaba classica, con la sua denuncia dell’ipocrisia delle relazioni umane, la sua smitizzazione dell’innocenza e la sua presa di coscienza sulla scoperta della sessualità. I principi azzurri e le principesse non esistono, sono un mito; esistono solo le pulsioni profondamente “umane” che conducono ad errori capaci letteralmente di annientarci, annichilirci. Ma la favola, per Agnieszka Smoczynska, può avere anche un altro finale. E non è di certo quello conciliato tramandato da Walt Disney.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

3.1