Swing Kids: recensione del film di Kang Hyeong-cheol

Commedia/ironia e dramma/orrore si manifestano come due facce della stessa medaglia in Swing Kids, sconvolgendo gli spettatori con un climax drammatico quanto inaspettato e violento.

Un mix di generi, tra la leggerezza delle passioni e la severità di una dura realtà caratterizzata dalla guerra. Swing Kids è una pellicola diretta dal regista Kang Hyoung-chul, basata sul musical coreano Roh Ki-soo. Un dramma musicale ambientato nel 1951, nel campo di prigionia di Geoje, che intreccia degli improbabili destini durante uno degli eventi più drammatici della Guerra Coreana, lo scontro tra i Nord Coreani e i prigionieri di guerra Cinesi. All’interno della stessa guerra si crea un ulteriore conflitto tra gli stessi prigionieri, gli anti-comunisti vs. i favorevoli al comunismo, dando vita a un miscuglio di innumerevoli generi diversi, sottotrame e di molteplici azioni.

Nonostante l’ambientazione non sia principalmente positiva (siamo proprio nel bel mezzo di un conflitto), il film inizia quasi come se fosse una sorta di commedia. Il campo di prigionia in cui si svolge il film vuole formare un gruppo di performer che possa migliorare l’immagine pubblica del campo, e che al tempo stesso possa intrattenere l’esercito. Jackson (Jared Grimes), un sergente dell’esercito che nella sua vita da civile era un ballerino di Broadway, viene incaricato di scovare questi prigionieri e di trasformarli in artisti.

Swing Kids ironizza sul binomio guerra-ideologia tramite il tip tap e i diversi ballerini

Swing Kids Cinematographe

Dopo aver gettato la spugna, quasi per caso, si presentano uno ad uno i membri che andranno a comporre la squadra di Jackson: Roh Ki-so (Doh Kyung-soo), un giovane soldato nord coreano trattenuto al campo POW e fratello di un eroe di guerra, Yang Pan-Rae (Park Hye-su), una ragazza cinese che per mettere da parte qualche soldo fa da interprete al sergente, dato che parla quattro lingue (inglese, coreano, cinese e un po’ di giapponese), Kang Byung-sam (OH Jung-se), un uomo che vuole unirsi al team solo con l’obiettivo di raggiungere la notorietà in modo che la moglie possa trovarlo, e Xiao Fang (Kim Min-ho), un ballerino cinese nato con la passione del ballo, ma impossibilitato a danzare per più di qualche minuto a causa di una malattia cardiaca.

Un team raffazzonato che si specializza in una disciplina specifica: il tip tap. Fondamentalmente il film ci mette un po’ a ingranare: troppi personaggi, ognuno con una propria vicenda personale, che rendono la narrazione e le varie connessioni un po’ difficili da apprendere in un primo istante. Si percepisce, comunque, fin da subito, l’intento del regista di ironizzare sul binomio guerra-ideologia tramite non solo il tip tap, ma anche la presentazione dei componenti del gruppo, ciascuno con ideologie, origini, contesti sociali, abilità, nazionalità e lingue diverse.

Swing Kids: una commedia che nasconde un messaggio contro le limitazioni alle libertà personali

Swing Kids Cinematographe

Nonostante il prodotto finale possa sembrare un’accozzaglia di cose messe insieme casualmente, il risultato è piacevole nella sua interezza. Commedia/ironia e dramma/orrore si manifestano come due facce della stessa medaglia, sconvolgendo gli spettatori in un’alternanza che giunge a un climax drammatico quanto inaspettato e violento. È come se si assistesse a due film diversi in contemporanea.

Funziona abbastanza bene anche la scelta di un cast composto da persone provenienti da diverse parti del mondo – attori coreani e attori stranieri quali Ross Kettle, A.J. Simmons e Jared Grimes, che danno la parvenza di una produzione cinematografica più internazionale. Nonostante ciò, talvolta gli attori si calano nei rispettivi personaggi con caratterizzazioni forse un po’ troppo stereotipate e “geolocalizzate”.

Ciò che, nelle sue varie contraddizioni, stupisce e colpisce il pubblico è la chimica che nasce tra quelli che possiamo considerare i cinque protagonisti del film, la cui passione sopravvive a tutto, superando qualsiasi ideologia, qualsiasi ostacolo e addirittura la silenziosa presenza della morte che attende in agguato. Il tip tap è il loro canto libero. Swing Kids è solo all’apparenza una semplice commedia, che in realtà nasconde un messaggio più forte –  contro ogni limitazione alle libertà personali, antipolitico -, celato nello slogan che il Sergente Jackson urla presentando lo spettacolo finale del suo gruppo: “V********* ideologia!“.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

2.6