Stato di Ebbrezza: recensione del film con Francesca Inaudi

Dal 24 Maggio nelle sale il film del regista Luca Biglione, con Francesca Inaudi, che racconta la storia vera della comica Maria Rossi, che ha combattuto contro il mostro della dipendenza dall'alcool.

Una comica. Un’emiliana. Una donna. Un’anima ferita e la sua strada per tornare a casa. Alla vita. Maria Rossi che, in anni in cui in Italia le donne in televisione, nella migliore delle ipotesi, porgevano le buste con la risposta esatta ai conduttori di quiz, scriveva e recitava i suoi monologhi comici. Una donna che dietro una comicità amara spesso si nascondeva. Dietro una comicità amara e dentro una bottiglia. Motivo per cui viene obbligata ad un TSO (trattamento sanitario obbligatorio). Questo film, per la regia di Luca Biglione ed il soggetto della stessa Maria Rossi, è la sua storia vera.

Stato di ebbrezza inizia, quasi a strizzare l’occhio ad un documentario, con un contributo tratto da un monologo comico della vera Maria, che subito ci è simpatica. Ha una voce roca, è spontanea, è irriverente. Dopo poche battute diventa un’amica. Una di quelle amiche da cui andare quando si ha bisogno di sentirsi dire la verità. Dura, se necessario, ma leale. Il volto di Maria dopo una manciata i secondi, viene sostituito da quello di Francesca Inaudi, che nel film interpreta la comica emiliana e che ci accompagna nel suo percorso di discesa e sofferente risalita dall’abisso della dipendenza dall’alcool.

Stato di Ebbrezza: un affresco di umanità in cui Maria appare come un’amica

stato di ebbrezza Cinematographe.it

Così come vogliamo bene da subito a Maria, vogliamo bene da subito anche ai suoi poetici compagni di sventura. Dopo un brutto incidente automobilistico la protagonista viene costretta ad un TSO e, per la quasi totalità del film, seguiamo le fasi della sua degenza nella clinica, nella quale incontra, si scontra e si compenetra con altre anime fragili, pazienti in cura come lei e da cui lei, inizialmente, si sente del tutto diversa. Ed in questo affresco di personaggi (per gran parte femminili) doloranti ma potenti, non possiamo non affezionarci a Luisa (Elisabetta Pellini) dipendente dal sesso che ci fa riflettere su quanto troppo spesso e  indelicatamente ridiamo sulle problematiche che riguardano la sessualità; a Rosa (Mietta) ex bulimica e poi dipendente da anfetamine; a Giulio (Nicola Nocella) che mette tutti in guardia sui “vizi” della vita terrena, quasi a volerli proteggere; a Beatrice (Melania Dalla Costa) madre disperata e compagna di stanza di Maria; a Lidia (Antonia Truppo) maniaca dell’igiene con un tragico trauma alle spalle. Un quadro polifonico di sofferenza, si, ma anche di comunicazione empatica e non razionale, di delicato mutuo aiuto. Ed in questa polifonia non è possibile non citare anche i personaggi che aspettano Maria fuori dalle mura della clinica, suo padre, interpretato da Andrea Roncato, che ci regala la rappresentazione molto tenera di un uomo semplice ed affettuoso, ed il severo ma giusto fratello, interpretato da un convincente Fabio Troiano.

Stato di Ebbrezza: Francesca Inaudi vince la sfida

Maria trova la forza di risalire anche grazie ed attraverso gli incontri con queste persone, grazie al lento riscoprirsi non diversa e non superiore a loro. Maria è una protagonista che cambia molto nell’arco dei 90 minuti di film, pur conservando sempre il suo carattere ruvido, il suo sarcasmo, che indossa come una maschera, che la fa sentire al sicuro e ci strappa un sorriso fino alla fine. Una sfida attoriale non facile per Francesca Inaudi, che ha affrontato con dignità un personaggio molto complesso, a cui ha cercato di dare una sua particolare forma, curandone ogni aspetto, dall’accento, alle movenze, allo sguardo, disegnandola secondo una sua interpretazione, pur non dimenticando la vivida, originale Maria.

stato di ebbrezza Cinematographe.it

E la storia difficile ed aspra di Maria si riflette nel suo carattere, nella sua comicità e, come in uno specchio multilaterale, anche nella regia e nella fotografia del film. A firmare la fotografia è il gigante Blasco Giurato (che vanta nel suo curriculum film di Pupi Avati, Giuseppe Tornatore, Dino Risi e Lina Wertmuller) che, come lui stesso afferma, si è lasciato conquistare dalla semplicità della regia di Luca Biglione che, così come sono il carattere e la storia di Maria, ha prediletto una regia senza fronzoli, non era interessato a virtuosismi o a sfoggio di tecnica, ma solo a raccontare la realtà, nuda. Così come è reale il percorso di rivalsa di questa donna coraggiosa, che ha scelto di far conoscere la sua storia perché si parli sempre più apertamente delle dipendenze, ci si educhi a comprendere il dolore di chi ne è affetto, e non lo si lasci solo.

Il film è in uscita nelle sale cinematografiche dal 24 Maggio con Stemo Production.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.5