Bifest 2019 – Sealed Lips: recensione del film di Bernd Böhlich
Con Sealed Lips , il regista Bernd Böhlich racconta il lato oscuro del comunismo negli anni successivi alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale.
Presentato nella sezione Panorama Internazionale, Sealed Lips (Und der zukunft zugewandt) è diretto dal regista tedesco Bernd Böhlich e vede protagonista l’attrice Alexandra Maria Lara nel ruolo di Antonia Berger, una donna costretta a tacere sul proprio passato nella Germania comunista degli anni ’50.
In Sealed Lips la tortura di una donna costretta a rinnegare il proprio passato
Ancora privo di un distributore italiano, nel momento in cui scriviamo questa recensione, Sealed Lips racconta l’altra faccia del regime comunista. Protagonista della storia è Antonia Bergen, donna tedesca che, al suo arrivo nell’Unione Sovietica nel 1930, viene arrestata con accuse di spionaggio e trasportata in un campo di lavori forzati a Vorkuta. Qui la donna trascorre vent’anni prima di esser rilasciata. Dopo la sua scarcerazione le viene concesso di ricominciare daccapo con sua figlia e in una nuova casa a patto che rinneghi totalmente i soprusi subiti e che non parli a nessuno del suo soggiorno nel campo di lavoro.
A reggere un lungometraggio piuttosto piatto nel suo ritmo narrativo, è la sua protagonista. L’attrice Alexandra Maria Lara riesce in qualche modo a raccontare, con la giusta convinzione, il percorso di formazione di una donna che, inizialmente ha perso suo marito, poi ha dovuto combattere contro una condanna ingiusta e successivamente si è vista negare persino il diritto alla memoria. Risulta alquanto difficile per Antonia reprimere con tutta se stessa il passato soprattutto dopo l’incontro e la frequentazione con il dottor Konrad Zeidler, interpretato da Robert Stadlober – questo personaggio, che poi si rivelerà fondamentale, risulta quasi completamente privo di profondità. Riuscirà, la donna, a tener fede al contratto firmato? O metterà in pericolo se stessa e sua figlia per orgoglio?
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In Sealed Lips è chiara la matrice politica. Nonostante una regia a tratti anonima e che ben poco riesce a sopraelevarsi dalla narrazione, il film si propone di raccontare quegli angoli poco illuminati del sistema repressivo utilizzato contro gli oppositori politici dell’Unione Sovietica. Sia la protagonista, sia i personaggi minori, sono costruiti attraverso una forte e presente fede politica. Tutti vivono attraverso il loro credo politico. In particolare, come spiegato negli accenni di trama, la protagonista deve necessariamente attenersi al regime affinché non si veda negata una libertà appena ottenuta. Questa libertà, d’altra parte, risulta poco reale proprio perché prescinde da un contratto che la donna ha accettato e firmato.
Un’ottima protagonista poco riesce a salvare di un film dalla regia anonima
Il film diretto dal regista tedesco poco conosciuto nel nostro paese – Bernd Böhlich ha lavorato a numerosi film e prodotti televisivi tedeschi – descrive le ombre di un regime poco diverso da quello nazifascista. Diametralmente opposto per ideologie, Sealed Lips mostra il lato oscuro del Comunismo nella Germania divisa dei primi decenni dopo il Secondo Conflitto Mondiale. Se la messa in scena resta pressoché scarna, il lungometraggio deve la sua importanza ad una protagonista quantomeno convincente. A differenza del regista, sconosciuto ai più, Alexandra Maria Lara è nota per esser apparsa in numerosi film distribuiti in Italia: citiamo, tra i tanti La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler, Miracolo a Sant’Anna, The Reader – A voce alta, Rush e Geostorm.