Quando Hitler rubò il coniglio rosa: recensione del film di Caroline Link

La vera e tragica storia di chi dovette fuggire per continuare a vivere.

Caroline Link torna al cinema con un film straordinario, Quando Hitler rubò il coniglio rosa , nelle sale dal 28 Aprile 2022, distribuito da Theatrical firmata Altre Storie. Regista di Nowhere in Africa, film premio Oscar per il migliore film straniero, con una candidatura al Golden Globes, Caroline Link racconta, seguendo il filo narrativo tipico della fiaba, una storia straziante e coinvolgente.
Quando Hitler rubò il coniglio rosa tratto dall’omonimo romanzo di Judith Kerr, presenta la storia di una famiglia benestante di ebrei “socialisti” obbligati ad abbandonare Berlino dopo l’ascesa al potere di Hitler. La fuga apre le porte a vicende alterne che si consumeranno vivendo aggrappati ai bei ricordi, ai piccoli gesti e alla consueta quotidianità mentre una nuova vita prende il sopravvento.
Il film è interamente raccontato da Anna, una bambina di nove anni, che sembra non accorgersi di ciò che accade intorno a lei; vive l’ingenuità tipica della sua età, protetta da una famiglia che attutisce il rimbombo delle atrocità della dittatura nazista. Anna rimpiange insieme al tappeto della sua stanzetta di Berlino, un coniglietto rosa che, nella fuga, non è riuscita a portare con sé nella “valigia dei ricordi” con la quale accompagna i suoi viaggi in cerca di un porto sicuro lontano dalla follia disumana che consuma la Storia di quegli anni.

Quando Hitler rubò il coniglio rosa: la vera e tragica storia di chi dovette fuggire per continuare a vivere

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Si vive sul filo della nostalgia di ciò che si è stati costretti a lasciare; una bella casa che contiene i tanti interessi e i tanti momenti vissuti. Un papà che scrive, una mamma che suona e Max e Anna con loro in una fuga che percorre le città europee mentre da Berlino arrivano le notizie di un amico affettuosamente chiamato zio Julius; notizie sempre più tristi fin quando non sopraggiunge il silenzio. Così come i tanti silenzi ai quali una dittatura costringe; una cultura sottomessa, deformata, frantumata, incenerita e privata di ogni slancio creativo.  Un film tragicamente leggero ma rigorosamente veritiero; per quanto il dramma della storia viene tenuto fuori dalla porta si percepisce che esso è il filo rosso che definisce l’intera narrazione.
Nel cast Riva Krymalowski, nel ruolo di Anna Kemper, Oliver Masucci, noto per aver interpretato Adolf Hitler in “Lui è tornato”, che interpreta il padre Arthur Kemper, Carla Juri nel ruolo della madre Dorothea Kemper, Marinus Hohmann nel ruolo di Max, Ursula Werner che interpreta Heimpi, la signora che si prende cura della casa, a cui Anna è molto affezionata, e Justus von Dohnányi, l’amatissimo zio Julius.

Quando Hitler rubo il coniglio rosa è un film che si tesse piano piano, interamente fedele all’omonimo romanzo da leggere con la lentezza di chi avverte che la normalità narrata nasconde una delle più grandi tragedie della Storia. Scene minuziosamente curate; colori che cambiano di città in città, rallentando nelle sfumature di una Svizzera neutrale o confondendo tonalità sbiadite in una Parigi frenetica dal sapore di uova e formaggio per una intera settimana per passare poi a “concedersi il lusso” di due lumache sotto la luce pallida di un lume ad olio. Tutto scorre ovattato nell’armonia di una famiglia unita ma consapevole che nulla tornerà come prima e che il coniglio rosa è ormai un gioco nelle mani di Hitler che probabilmente non lo restituirà alla piccola Anna; così come non restituirà la loro casa, i loro affetti, la loro vita.
Caroline Link compone, magistralmente, una pellicola tutta tedesca, curando la fotografia e i dialoghi; raccontando la storia della Seconda guerra mondiale attraverso la storia personale di una famiglia che, come tante, ha lasciato le cose più care per avere una prospettiva di futuro. Lo spettatore, che conosce le pagine tristi del periodo in cui il romanzo è ambientato, rivive insieme ai protagonisti una storia che purtroppo oggi si ripete ancora: la fuga di tanti uomini, di tanti bambini minacciati nella libertà e costretti a lasciare le loro case, il loro tutto.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.6