RomaFF12 – Promised Land: recensione del documentario di Eugene Jarecki

La nostra recensione di Promised Land, documentario sulla storia di Elvis Presley e degli Stati Uniti presentato nel corso della Festa del Cinema di Roma.

Promised Land è un documentario di Eugene Jarecki, che dopo la presentazione allo scorso Festival di Cannes è stato inserito nella selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma, nella sottocategoria Tutti ne parlano. Il documentario è ambientato nei mesi immediatamente precedenti alle elezioni americane del 2016 e consiste in un viaggio fisico, simbolico ed emotivo a bordo della Rolls-Royce del 1963 appartenuta al Re del Rock and Roll Elvis Presley, in un potente ed efficace parallelo fra l’ascesa e il declino del leggendario cantante e il medesimo percorso degli Stati Uniti.

Promised Land: un viaggio nel cuore e nella pancia degli Stati Uniti

Promised Land

Attraverso interviste, immagini di repertorio e riprese realizzate per l’occasione, Eugene Jarecki ci trasporta a bordo di una Rolls-Royce demodé, ma non priva di fascino, in un viaggio nel cuore pulsante dell’America, dal Profondo Sud a New York, attraversando sfumature, cambiamenti e diversi decenni della storia americana e mondiale, scavando alla radice di un crescente disagio sociale. Immagini e voci (fra cui quelle dei popolari attori Ethan Hawke, Alec Baldwin, Ashton Kutcher e Mike Myers) si susseguono nel ritratto amaro e nostalgico di una nazione sempre più in affanno e in crisi d’identità, la cui parabola è resa abilmente tramite il percorso esistenziale di Elvis Presley.

Lungi dall’essere una devota e parziale agiografia, Promised Land sviscera con dovizia di particolari le scelte di vita e di carriera di Elvis, dando voce anche e soprattutto a personaggi a lui avversi e totalmente fuori dal coro, che non lesinano commenti al vetriolo verso colui che ritengono colpevole di aver rubato e portato al successo commerciale il bagaglio musicale e culturale del Memphis blues afroamericano. Ma la parabola del Re del Rock and Roll è anche e soprattutto l’incarnazione del celeberrimo sogno americano, che vuole chiunque dotato di talento, determinazione e abnegazione capace di migliorare progressivamente la propria condizione sociale ed economica.

Promised Land: ascesa e declino degli Stati Uniti e di Elvis Presley

Promised Land

Eugene Jarecki è abile a dosare e miscelare adeguatamente riflessioni, immagini d’archivio e i contributi dei suoi illustri ospiti, risollevando il ritmo della narrazione a ogni accenno di calo e portando avanti in maniera coerente e unitaria la propria analisi. Quello che a un primo impatto può sembrare un paragone quasi banale fra Elvis e l’America acquista invece forza ed energia con il passare dei minuti, rivelandosi una delle più accurate, lucide e malinconiche riflessioni sugli Stati Uniti viste al cinema negli ultimi anni.

Attraverso gli sbagli di Elvis, che, come evidenzia Ethan Hawke, di fronte a una scelta ha sempre optato per la strada che gli garantiva più entrate, affossando così la sua carriera musicale in nome di un non altrettanto esaltante percorso cinematografico, ripercorriamo anche i tragici errori degli Stati Uniti, progressivamente allontanatisi dai propri ideali di democrazia in nome di un approccio sempre più imperialista e messianico nei confronti del resto del mondo.

Gli Stati Uniti ed Elvis Presley, entrambi nati dal nulla, entrambi assurti a dominatori nei rispettivi ambiti anche grazie allo sfruttamento (e nel caso degli USA al calpestamento) di coloro venuti prima di loro, entrambi sottoposti a un lento e inesorabile declino e forse, come suggerisce il regista con alcuni pungenti riferimenti all’elezione di Donald Trump, entrambi destinati a crollare. Un percorso narrativo semplice e lineare, che però il regista arricchisce con spunti, stacchi e testimonianze, traendo il meglio dal materiale a disposizione e riuscendo nell’intento di mantenere sempre alta l’emozione e l’attenzione dello spettatore.

Promised Land: una malinconica riflessione sulla recente storia americana

Un doppio ritratto disilluso e intriso di malinconia, che trova il proprio apice in una struggente fase finale, in cui le immagini di un Elvis visibilmente ingrassato, ormai ombra di se stesso e privo di lucidità, ma comunque protagonista a pochi giorni dalla sua morte di una memorabile esecuzione di Unchained Melody, si fondono con le altrettanto meste immagini della storia americana degli ultimi anni, fra tragedie, attentati e discutibili invasioni. Un parallelo che lascia lo spettatore colmo di dubbi e inquietudini, ma anche appagato da un documentario denso di contenuti e condotto con un’invidiabile misura.

Promised Land

Tirando le conclusioni, Promised Land è un documentario efficace ed esaustivo, consigliato non solo agli amanti di Elvis Presley, ma a tutti coloro interessati a comprendere e riflettere sulla storia americana degli ultimi decenni. Una storia che la magia del cinema ha contribuito a essere dominante, ma di cui la stessa settima arte in quest’opera di Eugene Jarecki riesce a mettere abilmente in luce le contraddizioni, gli errori e i primi allarmanti segnali di cedimento.

Regia - 4
Fotografia - 4
Sonoro - 4.5
Emozione - 4

4.1