Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord: recensione del documentario

Dopo l’anteprima nel concorso della 69esima edizione del Trento Film Festival, il documentario di Dario Acocella sull’incredibile viaggio dello scrittore Paolo Cognetti esce nelle sale con Nexo Digital dal 7 giugno.

In attesa di vedere la trasposizione che il belga Felix van Groeningen sta per realizzare di Le otto montagne, nei cinema nostrani si affaccia un documentario firmato da Dario Acocella che ci porta nella vita dell’autore di quel romanzo, insignito del Premio Strega nel 2017. Si tratta di Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord, un vero e proprio diario letterario in cui lo scrittore italiano ci conduce per mano sulle orme di Ernest Hemingway, Raymond Carver, H.D. Thoreau, Jack London, Herman Melville e il Chris McCandless di Into the Wild. Un tour fisico ed emozionale che dalle Alpi all’Alaska guiderà lo spettatore attraverso le parole e i luoghi che hanno accompagnato i percorsi umani e professionali di questi grandi maestri della Letteratura americana.

Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord: un cammino originale e dal potente impatto visivo

Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord cinematographe.it

Dopo l’anteprima nel concorso della 69esima edizione del Trento Film Festival, la pellicola approda nelle sale per una tre giorni evento (7 – 9 giugno) targata Nexo Digital che darà la possibilità al fruitore di turno di immergersi in un cammino originale e dal potente impatto visivo, capace di disegnare sullo schermo le traiettorie della ricerca di nuova frontiera esistenziale per l’uomo e per la sua convivenza con l’Ambiente. Quello affrontato da Cognetti insieme all’amico Nicola Magrin e alla macchina da presa del regista partenopeo, è uno di quei viaggi che si fanno una volta sola nella vita, con le emozioni, gli incontri e i luoghi che ti restano attaccati per sempre nella mente e sulla superficie della retina. Tutto questo finisce diritto nel bagaglio che i protagonisti di questo road movie, a cominciare dallo stesso scrittore, porteranno a casa con loro.

Un diario di bordo che si scrive strada facendo, nutrendosi di flussi mnemonici, suoni, versi, gesti, sguardi, momenti di riflessione e di contemplazione

Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord cinematographe.it

Strade, torrenti, montagne, fiumi, sentieri e boschi, attraversati a piedi, sulle quattro ruote di un camper o a bordo di una chiatta, sono la cornice incontaminata e selvaggia di un tour lungo 6000 km, la cui ultima tappa non poteva che essere al Magic Bus di McCandless, autentica meta di pellegrinaggio di ogni avventuriero che si rispetti, o almeno lo era prima che venisse rimosso dalle autorità locali per motivi di sicurezza. Di fatto i due viaggiatori sono gli ultimi ad averlo visitato e il momento in cui Cognetti fa il suo ingresso in quel rifugio si tramuta nell’iceberg emozionale di un’opera che di emozioni forti ne regala a getto continuo. Del resto, non poteva essere altrimenti trattandosi di un diario di bordo che in quanto tale si scrive strada facendo, nutrendosi di flussi mnemonici, suoni, versi, gesti, sguardi, momenti di riflessione e di contemplazione davanti a uno spettacolo che solo la natura può restituire.

Un viaggio nel viaggio che sa di crescita e al contempo di purificazione

Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord cinematographe.it

Girato nell’estate del 2019 quando il mondo non era ancora stato sconvolto dalla pandemia e ci si poteva muovere liberamente da una latitudine a un’altra, Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord acquista ancora più significato e valore. È questo il più grande regalo che si possa fare a uno spettatore in questo momento. Perché dove non possiamo arrivare noi, ci pensa il cinema con il viaggio trasversale: da una parte quello di Paolo lo scrittore e Nicola l’illustratore, che prendono un aereo a Milano per dirigersi a nord, fino in Alaska; e quello del regista che li accompagna e che cerca, riuscendoci alla perfezione, a coniugare il suo mondo fatto di immagini e di evocazione con quello di fantasia e letteratura del protagonista. Due mondi che finiscono con il fondersi in un documentario che racconta e mostra, sul filo delle parole e sulle note di una colonna sonora avvolgente, un viaggio nel viaggio che sa di crescita e al contempo di purificazione e disintossicazione dalla frenesia e dal caos del vivere quotidiano.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 3.5

3.5