Ostaggi: recensione del film con Francesco Pannofino e Vanessa Incontrada

Un rapinatore tiene in ostaggio una prostituta, un immigrato clandestino, una cardiopatica e un panettiere. Ostaggi è disponibile su Sky Prima Fila dal 15 maggio.

Ognuno tiene in tasca il suo dolore, e il suo Creatore che non ha pietà,

ognuno sa come sentirsi solo, come fallire senza dignità.

Niccolò Agliardi, vincitore del Golden Globes 2021 alla Miglior canzone originale insieme a Diane Warren per Io sì (Seen, La vita davanti a sé) firma la colonna sonora di Ostaggi, esordio alla regia per Eleonora Ivone. La forza della pièce teatrale scritta e diretta da Angelo Longoni -suo marito- non lascia indifferente la regista, che decide di acquistarne i diritti per adattarla al grande schermo. Sotto la buona stella di un Teatro immortale e di quell’eredità, conservata e difesa, di Molière e Goldoni, Ostaggi è una summa di elementi che convivono pacificamente: un action movie, un’ossimorica commedia drammatica che nasce dall’esigenza di confrontarsi con le Istituzioni, di denunciare -con un sorriso riflessivo- le ingiustizie perpetrate ai danni dei più deboli, l’attendismo, i tempi dilazionati di uno Stato che non si preoccupa della sua stessa condizione d’esistenza: i cittadini. La sua natura duale è incarnata dal commissario di polizia (Alessandro Haber) e dalla negoziatrice, la dottoressa Anna, interpretata dalla stessa Eleonora Ivone. Le tendenze repressive del commissario, faccia rude della Legge –aggressiva e cieca nei confronti delle esigenze degli ostaggi – si scontrano con l’anima gentile dello Stato, quella a cui siamo meno abituati, capace di instaurare un dialogo empatico con i suoi figli, oltre l’apparenza delle cose. Si mischiano buoni e cattivi, e persino quelli così e così – scrive Agliardi: Ostaggi “libera” i suoi umani, li mette a nudo e li rivoluziona con una risata, ne svela l’istintualità, la rabbia, l’indole, perdonando senza giudizio.

Ostaggi: un titolo parlante che rivela la sua natura metaforica

Marco Santini (Gianmarco Tognazzi) è un lavoratore onesto, dedito al lavoro, rispettoso dei suoi dipendenti e innamorato delle sue figlie. Soffocato dallo Stato e ridotto sul lastrico dai problemi finanziari, in un giorno di ordinaria follia decide di assaltare un portavalori e fuggire con la refurtiva nascondendosi nel forno di Remo (Francesco Pannofino), un panettiere pavido, aggressivo, razzista e maschilista. Marco, inesperto criminale, prende in ostaggio tutti i clienti della panetteria: Ambra (Vanessa Incontrada) ex infermiera e ora prostituta d’alto bordo, coraggiosa, arguta, amante dei polizieschi, profondamente empatica e maga rivelatrice, capace di esaltare la vera natura di chiunque la circondi; Regina (una splendida Elena Cotta), un’anziana vedova cardiopatica afflitta dalla monotonia di una vita che non le regala più alcuna gioia, anzi la vede sfiorire giorno dopo giorno dietro l’indifferenza di una figlia “stronza” che non le lascia vedere i nipoti; Nabil (Jonis Bascir), immigrato clandestino -quasi sempre gentile- che parla per aforismi e racconta l’orrore più profondo, quello delle traversate in mare alla ricerca di una vita che sia migliore della guerra.

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Ostaggi di un luogo, di un criminale e di se stessi, cinque fenotipi di individui si rivelano l’uno dopo l’altra manifestando, seppur con un po’ di vergogna, le fragilità più nascoste, quelle assopite, inascoltate. La panetteria, pietra fondante di una cultura italiana che esalta il ritmo domestico della familiarità e della tavola, si fa culla di un microcosmo a misura d’uomo, un collettivo di esistenze che, inizialmente ostili all’Altro, si rivelano l’unica carta salvifica per non annegare: nei debiti, nei rimorsi, nel dolore.

“Sono già stanco”: il cast di Ostaggi rompe la quarta parete

L’incipit di Ostaggi è un’ode alla stanchezza collettiva: “Sono già stanco” è un pensiero universale di cui i protagonisti si fanno carico per sottolineare la necessità di rivoluzionare la vita che viviamo. Nella conferenza stampa di Ostaggi, tenutasi il 13 maggio alla presenza della regista e del cast, abbiamo chiesto ai protagonisti del film cosa li rende stanchi in prima personaAlessandro Haber dice “Sono stanco di non poter più abbracciare o vedere l’espressione delle persone, siamo tutti omologati, faccio fatica a riconoscere mia figlia Celeste… mi manca tanto“. Gianmarco Tognazzi condivide la stanchezza del suo personaggio Marco, l’avversione per un sistema che non aiuta, per una burocrazia che dilata i tempi anche della più semplice incombenza, a fronte della velocità accelerata nella quale siamo costretti a vivere. Elena Cotta è stanca della routine, degli appuntamenti obbligati, Vanessa Incontrada di avere paura delle sue paureJonis Bascir delle ingiustizie di un Paese poco meritocraticoretrogradoFrancesco Pannofino della stasi della tragedia pandemica in atto.

La solitudine è la condizione: ognuno di noi è obbligato a qualcosa, dice Niccolò Agliardi, e la libertà è scegliere da cosa dipendereIo dipendo dalle mie passioni, per questo non mi sento ostaggio, ma un privilegiato.

Bonnie & Clyde, Pretty Woman, Jackie Brown e Quel pomeriggio di un giorno da canicinema, amore mio 

Un omaggio al grande cinema che prende vigorosamente voce grazie alla cultura cinematografica del personaggio di Ambra: i riferimenti al cinema di Quentin Tarantino, Sidney Lumet, Garry Marshall e Arthur Penn sono disseminati ad hoc nell’arco temporale del film, con chiare citazioni che saltano immediatamente all’orecchio del cinefilo più incallito. Sebbene l’impresa di traduzione filmica di Eleonora Ivone risulti vincente, complice un cast indovinato sempre coerente, la regia non spicca per originalità, anzi rimane “ostaggio” di una mimesi mal replicabile dei grandi classici del cinema: sebbene l’intento non sia quello di elevarsi ad uno status di cult, risulta difficile evitare il confronto con termini di paragone impareggiabili. La forza di Ostaggi risiede forse in questo paradossale accostamento, matrice di un sorriso tipicamente nostrano che tratteggia con ironia il punto debole dell’Italia.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.1