Korea Film Fest 2021 – Oasis: recensione del film di Lee Chang-dong

Lee Chang-dong scrive un film coraggioso, a tratti duro, poetico, a volte, addirittura angosciante e abbietto.

Un uomo e una donna. Due emarginati. Un incontro casuale dopo il quale nulla sarà più come prima. Questo è il centro di Oasis, il film di Lee Chang-dong, premiato alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2002, vincitore del premio per la miglior regia, premio Mastroianni all’interprete femminile Moon So-ri e quello della critica internazionale, opera che fa parte della retrospettiva “Omaggio a Moon So-ri” al Korea Film Fest 2021 (21-28 Maggio 2021). Oasis racconta la storia di Jong-du (Sol Kyung-gu) che esce dal carcere dopo aver scontato la pena per omicidio colposo – aveva investito un uomo ed era fuggito senza soccorrerlo -, e visitare i familiari dell’uomo ucciso e lì, nell’appartamento della famiglia, trova Gong-ju, donna disabile, abbandonata a sé stessa. Da quel punto le loro vite si uniranno incredibilmente.

Oasis: due personaggi che si incontrano d’improvviso

Oasis_Cinematographe.itSi tratta di due solitudini: da una parte c’è Jong-du che la famiglia ha rigettato come una cellula cancerosa – capiamo fin da subito che si è preso la colpa per un omicidio in realtà non commesso -,  dall’altra c’è Gong-ju, poco accudita dalla famiglia – che la usa affittando un appartamento a suo nome; viene curata invece da una vicina. Jong-du esce dalla prigione in maniche corte anche se fuori è inverno, e ad attenderlo non c’è nessuno – tutta la sua famiglia l’ha cancellato e vive felicemente senza di lui -, a Gong-ju danno da mangiare come se fosse un gatto. Eppure nessuno dei due chiede nulla, nessuno dei due pretende qualcosa come se si fossero abituati ed essere degli esclusi. La famiglia tratta Gong-ju come una diversa, non vede quasi mai il cielo, eppure lei sa perfettamente tutto ciò che lei capita intorno, conosce perfettamente il mondo.

Lee Chang-dong scrive un film coraggioso, a tratti duro, poetico, a volte, addirittura angosciante e abbietto: narra una storia difficile, prende le mosse da un soggetto pericoloso, la relazione tra due emarginati, un asociale borderline e una paraplegica.

Lee parte da una morte per far incontrare due personaggi che probabilmente a causa delle loro esistenze non si sarebbero incontrati mai, a quel punto mette in scena qualcosa di disturbante e terribile: Jong-du e Gong-ju sono in casa, da soli, e lui tenta di abusare della ragazza che non può far nulla per difendersi. Proviamo ribrezzo per qualcosa che è sempre empio e inaccettabile ma qui diventa ancora più sacrilego. Lei tenta di divincolarsi, mugugna, prova a salvarsi da quella violazione disumana; Jong-du poi si ferma e scappa. In maniera favolistica i due continuano a pensarsi anche perché entrambi non hanno altre possibilità di contatto umano: lui ha visto in lei qualcosa che non aveva mai visto e lei ha scoperto una sfera fino ad ora sconosciuta.

L’uomo torna in quella casa, scusandosi per il gesto compiuto. Sente un riconoscimento esistenziale che per lui non c’è mai; ed è proprio in/su questo personaggio che Lee Chang-dong si concentra: è considerato un rifiuto – e anche per lo spettatore sembra inaccettabile il gesto che ha compiuto – e lui si sente tale, lo trattano da disabile, inadatto a comunicare con gli altri. Lui è specchio del malessere di una società della quale egli è scarto pur essendo figlio di essa, inerte, monca, inadeguata, incapace di comprendere, aiutare, prendersi cura. Eppure Jong-su si staglia sugli altri, è lui ad assumersi la responsabilità di un crimine compiuto dal fratello; è lui a prendersi cura di Gong-ju, è lui a conoscere scusa e pentimento.

Oasis: la storia del Generale e di Vostra Altezza

Oasis_Cinematographe.itJong-su riesce a mettersi all’altezza di Gong-ju, iniziano a parlare la stessa lingua e i loro corpi vibrano e respirano la stessa aria. Gong-ju conosce e ama l’uomo, un adolescente non cresciuto ancora, nel suo volto è riflessa la fragilità di chi non conosce contatto umano e vive al di fuori di quelle regole sociali tanto rigide ed emarginanti. Inizia a sentirsi donna, non più concrezione di carne e ossa, prova desiderio sessuale per la prima volta. Il mondo dei sogni della ragazza riesce finalmente a compiersi, lei riesce a fuggire dalla realtà in un luogo in cui si alza dalla sedia a rotelle, danza, bacia e scherza con lui proprio come le altre coppie. Solo insieme partecipano ad un mondo da fiaba dove sono “Generale” e “Vostra Altezza”.

Se all’inizio nessuno ha protetto e tutelato Gong-ju, quando i due giovani vengono trovati insieme, tutti si ergono a difensori di Gong-ju non per il suo bene ma perché non la ritengono capace né di provare desiderio sessuale né di essere oggetto di desiderio. Non capiscono il loro rapporto, giudicano, allontanano i due giovani perché estranei alle categorie sociali predefinite e castranti: ciò che Jong-su prova per lei, e viceversa, è “deviante”, pericoloso e condanna ancora una volta Gong-ju alla solitudine.

Oasis: una storia d’amore fatta di luci e di corpi

Oasis_Cinematographe.itTra fughe di libertà e la scoperta del sesso, l’amore, osteggiato dai parenti che si considerano “normali”, si alza come sinfonia, contro tutte le convenzioni. Lee riesce, con questi due personaggi e con la loro storia, a colpire l’ipocrita istituzione familiare coreana, ad avvicinare lo spettatore ai protagonisti portandoci nei loro sogni, fatti di luci e corpi immobili che per amore iniziano a danzare.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 4
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8