Mancino Naturale: recensione del film con Claudia Gerini e Massimo Ranieri

Il 31 marzo 2022 arriva nelle sale italiane Mancino Naturale, film diretto dal regista, produttore e sceneggiatore romano Salvatore Allocca. La pellicola è stata presentata in anteprima in concorso ad Alice nella Città 2021 ed è una produzione Emma film, Promenades Films, in collaborazione con Rai Cinema. Tra gli interpreti principali figurano Claudia Gerini, Alessio Perinelli – giovanissimo attore, alla sua prima apparizione sul grande schermo -, Francesco Colella e Massimo Ranieri.

Mancino Naturale: la trama del film

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Isabella (Claudia Gerini) è una madre vedova che conduce una vita modesta insieme al figlio dodicenne Paolo (Alessio Perinelli) in un quartiere popolare di Latina. La donna cerca in tutti i modi di far entrare il figlio – chiamato così in onore della leggenda del calcio Paolo Rossi, con il quale il ragazzo condivide un piede sinistro fenomenale – in un grosso club.
La grande occasione arriva quando Isabella viene a sapere di un torneo che potrebbe dare a Paolo l’opportunità di giocare davanti ad importanti talent scout. Questa opportunità diventa un’ossessione per la donna, che sogna una vita migliore per lei e suo figlio, lontano da un quartiere che disprezza. Pertanto, comincia a saltare gli impegni lavorativi e, pur di raggiungere i suoi scopi, cede ai ricatti di personaggi senza scrupoli, che tutto vogliono fuorché aiutarla, tra cui il suo datore di lavoro e un manager per giovani promesse (Massimo Ranieri).

Paolo, dal canto suo, fa del suo meglio per non deludere le aspettative della madre – con la quale ha un rapporto fortissimo – ma risente del fatto di non avere il tempo di coltivare le sue amicizie né di studiare, collezionando una serie di brutti voti. Il ragazzo – che avverte molto la mancanza del padre, del quale vorrebbe sapere di più ma di cui Isabella non ama parlare –  stringe una complice amicizia con il nuovo vicino di casa, Fabrizio (Francesco Colella), sceneggiatore un po’ ingenuo ma dal grande cuore che rimane abbagliato dal fascino schietto di Isabella e che introdurrà Paolo nel meraviglioso mondo della lettura. I nuovi interessi del giovane e l’ossessione sempre più forte della donna per il provino del figlio, metteranno a dura prova il loro rapporto: i protagonisti dovranno fare i conti con il loro passato per affrontare il futuro.

L’omaggio a Bellissima di Luchino Visconti

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Lo spettatore attento si renderà conto fin da subito di trovarsi davanti ad una bella storia. Una storia che non è possibile catalogare in un genere cinematografico in particolare. Infatti, anche se Mancino naturale ha molto della commedia, in realtà al suo interno contiene diversi momenti amari e punte di drammaticità. Ci sono molti elementi del cinema italiano di una volta che vengono traportati magistralmente ai giorni nostri. Ciò lo rende un film profondamente attuale.
Isabella proietta su suo figlio i sui sogni e le sue frustrazioni, che finiscono per caricarlo di responsabilità troppo grandi per un ragazzo della sua età. Paolo comincia a farsi delle domande. L’ambizione di diventare un calciatore è la sua o di sua mamma? Sono dinamiche che si presentano in molte famiglie e che non riguardano solo il gioco del pallone ma sono riconducibili a qualsiasi altro sport o attività. Verrebbe dunque da domandarsi: come mai allora è proprio il mondo del calcio a fare da sfondo alla vicenda?

Il film è un omaggio a Bellissima, dramma del 1951 diretto Luchino Visconti e con protagonista la grande Anna Magnani. L’attrice romana interpreta Maddalena, una donna caparbia, pronta a tutto pur di far vincere alla figlia di otto anni un concorso riservato alle bambine romane per ottenere un ruolo in un film di Blasetti. Siamo negli anni Cinquanta, gli anni d’oro di Hollywood. Il sogno americano giunge anche in Italia. Il mondo dello spettacolo rappresenta per molte famiglie una via di fuga da una vita fatta di miseria e sacrifici. Ma non è tutto oro ciò che luccica e Maddalena scoprirà sulla sua pelle che quel mondo fatto di lusso e agi che i potenti uomini d’affari del cinema promettono, è in realtà una mera illusione.

Se volessimo trasportare le tematiche che Visconti affronta in Bellissima nell’Italia di oggi, verrebbe istintivo pensare al calcio. Se un bambino dimostra talento in questo sport viene naturalmente spinto dalla famiglia a mettere da parte tutto il resto per dedicarsi solo a quello. In Mancino naturale i genitori che assistono alle partite sono quasi sempre sul punto di azzuffarsi, non c’è solidarietà ma solo tanta competizione e pressione che irrimediabilmente viene trasmessa anche ai ragazzi.  Nonostante tutti questi sforzi – sia in termini di denaro che emotivi – le giovani promesse che riescono ad entrare nei grandi club si contano sulla punta delle dita.
Il film di Allocca dimostra che dopotutto anche il mondo del calcio è un castello di illusioni, così come quello dello spettacolo nel film con protagonista la Magnani.

Perché Mancino naturale è un film da non perdere

mancinonaturale-Cinematographe.itAl di là dell’ottima regia e della sceneggiatura firmata da Emiliano Corapi, Massimo De Angelis, Simone Lenzi e dallo stesso Allocca, la pellicola è da lodare anche per altri motivi, in primis per le interpretazioni. Claudia Gerini dimostra ancora una volta la sua versatilità, interpretando un’eroina forte, piena di contraddizioni e sfaccettature.
Il giovanissimo Alessio Perinelli è un co-protagonista perfetto. Riesce a dotare Paolo di tutti quei dilemmi tipici della preadolescenza, un’età cruciale per la formazione del carattere. Paolo non vuole deludere le aspettative di sua madre ma sente che c’è altro oltre al calcio; vorrebbe andare bene a scuola e frequentare di più i suoi compagni di classe, che si chiedono se lui sia un asociale, anche se lui ribatte prontamente: “No, sono solo un mancino”.

Nel corso del film Paolo si riappropria della sua autodeterminazione approfittando dell’assenza della madre, troppo impegnata a fargli ottenere il tanto agognato provino.
È il nuovo vicino di casa, Fabrizio, a rendersi conto della sofferenza del ragazzo, vedendo quello che Isabella non vede o che non vuole vedere. Francesco Colella che interpreta Fabrizio, incarna tutti gli elementi tipici della commedia romantica – visti i suoi goffi tentativi di fare colpo su Isabella – dotando il suo personaggio di profonda dolcezza e ironia, che vanno a smorzare i momenti più duri del film. Le scene in cui l’uomo cerca di far appassionare Paolo allo studio sono tra le più commoventi: Colella e il giovane Perinelli hanno una chimica incredibile.

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Molto cruda e realistica anche l’interpretazione di Massimo Ranieri in questa veste inedita. Il cantautore napoletano interpreta Marcello, un manager per giovani talenti calcistici che sembra voler aiutare Isabella a concretizzare le sue speranze. L’uomo dietro le sue buone intenzioni è in realtà un traffichino. Se lo spettatore percepisce quasi subito la sua vera natura, Isabella è invece troppo accecata dal raggiungimento dei suoi scopi per rendersene conto. Marcello è un personaggio ambiguo, così realistico che la sua presenza suscita un senso di disagio. È fondamentale un incapace e cerca di spillare soldi ai suoi clienti/vittime con frasi come: “Il mondo è pieno di talento ma scarso di volontà”.

A tenere insieme tutte queste storie c’è una colonna sonora perfettamente calzante, mai invadente ma più prorompente nei momenti drammatici.
Mancino Naturale ha tutti gli elementi del bel cinema italiano. E per questo è un film assolutamente a non perdere.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.8