Madea: Il ritorno – recensione del film Netflix
Medea: Il ritorno è un film che tanti hanno atteso ma non ha superato le previsioni...
Torna su Netflix la commedia di e con Tyler Perry che riprende il ruolo diventato icona della nonna sfacciata, testarda, turbolenta e iperprotettiva che ha creato oltre 20 anni fa. Madea: Il ritorno, sulla piattaforma dal 25 febbraio 2022, vede la sua famiglia allargarsi: Tamela Mann che interpreta Cora, David Mann Mr. Brown e Cassi Davis Patton zia Bam. La commedia racconterà nuove riunioni, nuovi incontri, nuove avventure.
Madea: Il ritorno – una commedia che tenta di affrontare tematiche importanti attraverso l’ironia
Madea è uno dei personaggi più riconoscibili nella cultura afroamericana che ha visto trionfare Perry con un personaggio forte entrato nell’immaginario collettivo tanto da ispirare altri film, opere teatrali e programmi televisivi ad esso ispirati. Ora con questo capitolo di Madea si torna alle riunioni e agli incontri di famiglia che questa volta sono due. Il pronipote della protagonista, Tim (Brandon Black), si diploma, riunendo così il numero sempre crescente di zii e zie e quando arriva il suo migliore amico, Davi (Isha Blaaker), entra in scena un’altra potente matriarca Agnes Brown. Basta poco per immaginare cosa potrà accadere, i segreti di famiglia iniziano, un po’ alla volta, ad essere rivelati.
Madea: Il ritorno tenta di far emergere tematiche importanti – Perry ha dato modo alla cultura nera in America di parlare di droga, violenza domestica, infedeltà da una diversa prospettiva -, argomenti che fanno parte della vita di ciascuno, attraverso la scoperta di sé – c’è il primo personaggio gay, Tim -, e lo fa attraverso scene comiche, a tratti volgari tipiche di una certa ironia americana. Tim e la sua storia potrebbero essere elemento interessante, importante per chi si trova nella situazione di dover, o meglio di voler dire di essere omosessuale ad una famiglia che spesso, ma per fortuna non sempre, potrebbe essere un ostacolo. Il film vuole parlare anche di Black Lives Matter e della pandemia Covid-19 che inevitabilmente è entrata nelle narrazioni, e lo fa con battute feroci che a volte riescono a lasciare qualcosa ma a volte fanno rimanere in superficie.
Per le risate Madea è un ottimo personaggio, sempre con la battuta pronta, ma a lungo andare diventa noiosa e pesante anche su argomenti dove magari quella battuta non serve. Alcune situazioni sono divertenti ma sono poche e rare.
Una storia poco riuscita nonostante la sua protagonista
La trama potrebbe essere interessante ma non risulta ben realizzata: la surrealtà di certe scelte non porta nulla alla storia, anzi a tratti la leggerezza con cui vengono trattati gli argomenti, anche i più seri, a lungo andare appesantisce la narrazione. All’inizio le battute possono anche far sorridere ma poi diventano addirittura insopportabili. Ad essere potente invece è sicuramente la figura di Madea che sostiene l’intero film e che ha occupato uno spazio unico e polarizzante all’interno della cultura nera americana per più di due decenni. L’anziana signora armata di pistola che impreca e spesso si trova in contrasto con la legge, criticata per aver giocato con gli stereotipi da alcuni e amata da altri, si trova bene, bisogna dirlo, a duettare con la signora Brown mentre crolla di fronte a loro il resto del cast.
Poche sorpresa molta noia
Medea: Il ritorno è un film che tanti hanno atteso ma non ha superato le previsioni, anche della stessa comunità nera d’America che lo ha trovato noioso con battute fuori luogo e, in alcuni casi, addirittura senza senso.