TFF35 – L’ora più buia: recensione

L'ora più buia è l'ultimo film di Joe Wright con protagonista Gary Oldman nei panni di un Winston Churchill alla soglia di un'importante decisione. L'opera sarà nelle sale italiane il 18 gennaio 2018.

Tutti le persone, reali o immaginarie, devono compiere delle scelte che, indipendentemente dal fatto che siano vere o semplice frutto di finzione, vanno a contornare la personalità e l’intrinseco modo di essere di un personaggio. Che si tratti di esser buono o cattivo, placido o belligerante, saranno sempre una serie di decisione a formare l’essere umano. Per il Primo Ministro Winston Churchill il momento di scoprire che tipo di uomo voleva essere giunge alle soglie di un bivio fondamentale, l’ago della bilancia che segnerà il destino non solo di migliaia di uomini, ma di un’intera nazione.

L’ora più buia (qui il trailer) è l’ultimo film del cineasta inglese Joe Wright che risuona della potenza delle parole di un uomo che ha saputo portare la propria terra fuori da una sconfitta, fisica e morale, che sembrava già preannunciata, rivelando lo spirito non soltanto saggio, ma ligio e febbricitante di un politico che aveva a cuore le sorti del suo Paese. Un film solido come l’integrità del suo protagonista, la fiducia in una vittoria dettata da un solo imperativo: mai arrendersi.

L’ora più buia – Mai arrendersi, nell’ultimo film di Joe Wright

l'ora più buia

Sono i momenti più tesi quelli in cui l’atipico conservatore Winston Churchill (Gary Oldman) viene nominato, in un clima di convinzione restia, Primo Ministro. La Francia sta per cadere, l’Olanda e il Belgio sono nelle mani del pericolo nazista e la Germania sembra poter accettare un trattato di pace del quale però Churchill non vuole sentir parlare. Perché l’Inghilterra non lascerà mai la propria indipendenza nelle mani di un sadico tiranno, e non sarà certo il nuovo Primo Ministro a concordare con un tale burattinaio la loro vile resa. Mal visto dal suo stesso partito, escluso dalle grazie di sua maestà il re, Winston Churchill si troverà solo nel portare avanti con fervore la sua posizione, specchio delle volontà del popolo del Regno Unito. Le cause che sembrano già perse sono forse le uniche per cui vale davvero la pena combattere. Ne è convinto Winston Churchill, meno i suoi esimi colleghi.

L’ora più buia è la saggezza politica di un uomo raziocinante in grado di saper entrare in contatto con il tormento creato dai suoi dubbi, accolti non come dichiarazione di debolezza, ma come traccia di giudizio nell’anima e nella mente. Joe Wright, alla sua settima opera cinematografica, mostra una regia di spessore con un proprio preciso tratto stilistico; una linea elegante, che non ha paura di lasciarsi riempire da un corpo compatto e dinamico.

Diretto dunque dall’autore inglese, su una sceneggiatura di Anthony McCarten, il film incentrato sulla pesante proposta di una pavida tregua vive, pulsa, si esprime non solo tramite l’impostazione di una regia individuale e caratteristica, ma grazie soprattutto all’immensità di un’interpretazione che non può che applaudire un Gary Oldman irriconoscibile. Non solo truccato e vestito con impeccabile attenzione per una veritiera riproduzione del Primo Ministro del tempo; l’attore britannico si scioglie interamente nel fisico, nelle espressioni, nei modi di fare del suo personaggio, attuando una compenetrazione così radicale, ma soprattutto così piena di talento, da dimenticare il confine che separa l’interprete dal politico, in un immedesimarsi totale e assolutamente monumentale.

L’ora più buia – Gary Oldman non impersona Churchill, lui è Churchill

l'ora più buia

Postura, volto, tono appositamente mutato per avvicinarsi all’originale vocalità di Winston Churchill: Gary Oldman è il motivo primo e ultimo non tanto dell’esistenza, quanto della fortunata riuscita de L’ora più buia. L’alto volume della voce, le sue modulazioni e l’oratoria che in lui era naturale e appassionata. Tutto viene riportato nelle risate quotidiane, negli scherzi familiari, nel tremore dell’indecisione da un Churchill che non solo sfiora, ma riesce a penetrare nel reale. Un protagonista che è stato reso immortale dalla storia, ed ora lo sarà anche nell’universo cinematografico grazie all’interpretazione di Gary Oldman. Una schiera di attori tutti incredibili nei loro ruoli distinti e sui quali spicca, posandosi al fianco del già nominato artista inglese della recitazione, una Kristin Scott Thomas moglie sostenitrice e amorevole, che nulla ha da invidiare al suo comprimario maschile.

Una ricostruzione dei luoghi e del clima esaltata dalla regia di Wright e rafforzata dalla colonna sonora composta dall’italiano Dario Marianelli, la quale fiuta il potenziale della sceneggiatura e lo tramuta in vigorosa temperanza musicale, impeccabile e commovente. Tra il quotidiano familiare e il Gabinetto della Guerra, l’umorismo dell’autentico Winston Churchill e la sua tremante preoccupazione, L’ora più buia è la dialettica che diventa attiva se amplificata con forza, i discorsi di un ministro che ha messo a colpo diversi traguardi durante la Storia e che ha saputo portare l’Inghilterra al di fuori di un mondo condotto alla distruzione. Un film grandioso perché grandioso è il suo attore protagonista, in una scelta che il Primo Ministro ha intrapreso e che lo ha reso l’uomo che noi tutti oggi conosciamo.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 5
Sonoro - 5
Emozione - 3.5

4