Lo Stato contro Fritz Bauer: recensione del film di Lars Kraume

Lo Stato contro Fritz Bauer è l’opera ultima, basata su una storia vera, di Lars Kraume, regista e sceneggiatore italo-tedesco. Il film è stato presentato in anteprima mondiale al Festival di Locarno del 2015, dove ha vinto il premio del pubblico UBS.
La storia è ambientata nel dopoguerra tedesco, nel 1957, quando il Procuratore Generale Fritz Bauer inizia la sua caccia al responsabile SS della deportazione di massa di milioni di ebrei, Adolf Eichmann. È braccato e ostacolato su tutti i fronti da un paese che non vuole affrontare i crimini del passato, dai politici e dai superiori ancora fortemente legati al nazionalsocialismo e da colleghi che gli fanno la guerra in tutti i modi. Nonostante ciò, però, il vecchio Bauer persiste con fermezza. Il suo obiettivo è trovare Eichmann e farlo giudicare in patria, da un tribunale tedesco, davanti al suo paese, per incriminarlo come figura centrale della “soluzione finale” contro gli ebrei. Un obiettivo ambizioso per un uomo introverso, ma determinato, disinvolto e con un senso dell’umorismo sottile.

Lo Stato contro Fritz Bauer racconta un simbolo della Repubblica Federale Tedesca, che ha portato i crimini nazisti nei salotti tedeschi, ha dato la caccia ad Eichmann e ha dato inizio al processo di Auschwitz a Francoforte.

Una caccia sviluppata da un uomo, un procuratore, un ebreo, accusato di condotta omosessuale, tornato da un esilio in Danimarca, e, non tanto mosso dalla vendetta, quanto dal bisogno di istruire la gente, di allontanarla dall’oblio di massa che li devia. La Germania, infatti, è costellata dall’omertà e dalla reticenza che coprono gli atroci crimini nazisti.

Lo Stato contro Fritz BauerMa Bauer troverà un indizio cruciale: scopre che Eichmann si nasconde a Buenos Aires sotto falso nome. La sua sete di giustizia lo porterà a fare di tutto per incriminarlo; si rivolgerà addirittura al Mossad, i servizi segreti israeliani, per avere aiuto. Considerato una spina nel fianco, minacciato e ostacolato, Bauer non si perde mai d’animo, per riuscire a sconfiggere una resistenza omertosa e un regime colpevole di atroci crimini all’umanità.
Lo Stato contro Fritz Bauer, però, non parla solo di questa caccia, ma affronta temi delicati in modo delicato, come l’omosessualità: ai tempi era in vigore il paragrafo 175 del Codice Civile che dichiarava le “pratiche lascive” tra uomini illegali e perseguibili! E cosa ancor più incivile è che questo provvedimento è stato abolito solo nel 1994.

Fritz Bauer è interpretato dal brillante Burghart Klaussner (Il Ponte delle Spie, The Reader, Il Nastro Bianco), affiancato dal procuratore di fiducia, interpretato da Ronald Zehrfeld. L’intero film segue esclusivamente il protagonista, la sua personalità e il suo modo di pensare e agire, per un risultato quasi documentaristico, storico, che istruisce e racconta una storia che andava raccontata in film. I toni sono pacati, seguono questa caccia all’uomo con un ritmo drammatico, non tipico del thriller.
Lo Stato contro Fritz Bauer è un film che illustra la vita di un uomo come quella di un eroe dei nostri tempi; una pellicola che esalta il coraggio di dedicarsi alla propria causa, cercando di perseguire sempre, nonostante tutto e tutti, i propri obiettivi.

Il film sarà al cinema dal 28 aprile.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 2.5

2.9