La Scelta: recensione

La Scelta, ultimo lavoro di Michele Placido, nasce dalla libera ispirazione al testo pirandelliano L’Innesto, un’opera che fece grande scalpore all’epoca  (il 1919) ma che, per i contenuti assolutamente attuali e  la profondità con la quale affronta il tema complesso della diversità di vedute nella relazione uomo-donna, avrebbe rappresentato un ottimo spunto per una trasposizione cinematografica; dico avrebbe perché se le intenzioni di tale messa in scena appaiono ottime fin dai primi fotogrammi, in cui vengono gettate le premesse del dramma che si andrà a consumare, nel  momento in cui le intenzioni si sarebbero dovute trasformare in incisività ed efficacia comunicativa la pellicola comincia la sua inesorabile discesa verso un nebuloso epilogo, in un percorso costellato da buchi narrativi e dinamiche non sufficientemente esplorate.

Laura (Ambra Angiolini) e Giorgio (Raoul Bova) sono una coppia borghese che vive la propria vita con leggerezza e passione; lei insegnante di canto alla direzione di un coro di bambini, lui proprietario di un ristorante-enoteca, ai due  sposi manca un unico elemento per coronare il loro perfetto incastro: un figlio che purtroppo non arriva.

la scelta ambra angiolini

Laura in una scena del film

Il giorno del suo compleanno Laura subisce uno stupro che, da subito, genera nella donna il forte sentore che qualcosa stia cambiando dentro di lei, sensazione confermata poche settimane più tardi quando scopre di essere finalmente incinta; quella che per altre donne avrebbe rappresentato una duplice violazione diviene quindi per Laura l’occasione della sua rinascita nelle forma più alta di femminilità, rappresentata dalla gravidanza.

Noncurante dei risvolti medici della situazione (rifiuta qualunque analisi per accertarsi sul suo stato di salute o sulla paternità del bambino), Laura supera il trauma decidendo di non farsi sopraffare dall’atrocità dell’evento che probabilmente l’ha resa madre, aspettandosi lo stesso entusiasmo dal marito che invece, come prevedibile, non accetta né l’incertezza di un figlio che potrebbe non essere suo, né il cambiamento della donna che ama, irriconoscibile nel suo legame mistico con la creatura che porta in grembo.

la scelta raoul bova

Giorgio in una scena del film

Il maggior punto debole de La Scelta è l’inconsistenza della sceneggiatura,  priva di veri e propri dialoghi: ogni interprete espone (impone?) il proprio punto di vista sull’altro senza adoperarsi in un reale sforzo di comprensione. Giorgio rincorre Laura (sia figuratamente che nel concreto senso della parola) per tutto il film, subendone picchi umorali e ragioni incomprensibili senza che la moglie gli fornisca il minimo elemento per metabolizzare i fatti e, di conseguenza, accettarli. Stessa sorte tocca allo spettatore, che si trova alle prese con questa figura femminile imponente, che rifiuta di essere vittima ma che  non offre a nessuno la possibilità di entrare in sintonia con le sue azioni ed il suo sentire.

La regia forza la partecipazione emotiva, talvolta anticipando i momenti clou, altrove compensando le lacune del copione con una musica sontuosa ed evocativa e sottolineando il repertorio espressivo dei protagonisti che, se pur credibili nei loro ruoli, non sono all’altezza delle pretese drammaturgiche di un tema così complesso.

la scelta michele placido

una scena del film

La sensazione è che ciò che si voleva rendere si sia parzialmente perso nella realizzazione pratica dell’opera: seguendo le stesse parole espresse da Placido in conferenza stampa “una storia miracolosa al di là della violenza” ( e fin qui più o meno ci siamo) e l’analisi del giudizio sociale e della reazione di un uomo nel dover accettare una paternità non sua:  il tema della “proprietà” biologica della creatura sembra invece messo completamente in ombra dal dramma di Giorgio, che appare risiedere molto più nell’abuso subìto da sua moglie e nel mancato dialogo con lei su ciò che è avvenuto, che nel non riuscire ad accettare di non essere il “vero” padre.

La Scelta arriverà nelle sale il 2 aprile, distribuito da Lucky Red; nel cast anche Valeria Solarino e Michele Placido.

Giudizio Cinematographe

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.8

Voto Finale