Girotondo: recensione del film di Tonino Abballe

Girotondo è il nuovo film del regista e sceneggiatore Tonino Abballe, una storia sull'amore e le diverse situazioni in cui può incappare.

Nonostante tutto, Tonino Abballe crede ancora nell’amore. Quello sofferto, quello che ti tradisce, che ti fa piangere. Che ti fa superare le incertezze, che ti permette di andare avanti senza dubbi, che sa renderti giorno per giorno più forte. Girotondo (qui il trailer del film) è la dichiarazione di un innamorato dell’amore al suo pubblico cinematografico, il quale silenziosamente lo ringrazia sperando di scendere al più presto dalla frastornata, insulsa, inimmaginabile giostra per lui creata, nella speranza che il mal di testa guarisca al più presto.

Attraverso un racconto a episodi, in cui stessi attori interpretano vicendevolmente i ruoli che si susseguono all’interno della confusionaria pellicola, il regista già noto ai pochi per il film uscito nel 2016 Quel venerdì 30 dicembre, porta sullo schermo i cliché della vita di coppia cercando di psicanalizzare vicende e sentimenti alla stregua della più blanda psicologia, dimenticandosi totalmente di trattare con il pubblico attraverso il mezzo cinema.

Girotondo – Situazioni e persone in relazioni complicate

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Un mezzo – quello del cinema – usato male e inconsapevolmente per sintetizzare in un un’ora e trenta minuti – i quali sembrano inesorabilmente lontani dal loro termine durante la visione del film – fatti e situazioni in cui i personaggi, interpretati di volta in volta sempre dai medesimi attori, si confessano e si mostrano nelle diverse inclinazioni che una relazione può intraprendere. Un amore violento, un amore che non vuole responsabilità, un amore omosessuale, un amore per un figlio contro suo padre. Queste e altre le realtà che al confine tra il banale e, soprattutto, il ridicolo, il regista e sceneggiatore Tonino Abballe propina senza ritegno, senza cura. Senza rispettare le prassi formali e narrative dell’arte cinematografica.

E se Girotondo si interroga sulle scelte, le emozioni, le azioni di uomini e donne dalle differenti e molte volte lontane problematiche, anche lo spettatore continua a domandarsi per tutto il tempo quale sia la natura intrinseca di Girotondo, che rivela soltanto lo spettro di un’opera grezza, priva della benché minima raffinatezza o bellezza o necessità di esistere (in termini di distribuzione e prima ancora di produzione).

Girotondo – Dagli attori ai tecnici, una giostra confusionaria e amatoriale

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Partendo dal cast di attori arrivando fino alla parte degli apparati tecnici, Girotondo non nasconde la sua verve dilettantesca, la quale permea completamente ogni singola, sghemba inquadratura del film, dalla prima all’ultima immagine e parola. Erika Marconi si divide tra sette distinti ruoli in cui l’unico effettivo cambiamento da riscontrare è la parrucca di scena, la quale di volta in volta ci trasporta per le innumerevoli storie che si presentano incastrate durante la pellicola. Diretta malamente dal proprio regista, la sua interpretazione risulta comunque alquanto superiore – il che dà molto su cui pensare – rispetto alle sue colleghe Loredana Di Pentima e Rosaria Razza che, sfortunatamente per loro, non possono giocare la carta dell’errato approccio tra attrice e regista.

Il montaggio confuso e impacciato e la fotografia di Dario Germani non propriamente naturale, non stilizzata, ma del tutto inesistente nella realizzazione degli ambienti del film Girotondo, contribuiscono a formare il complessivo risultato di un lavoro discutibilissimo sotto qualsiasi punto di vista. Ma al nonsense non si ha mai fine: fondali dipinti, del tutto inutili all’interno del racconto, si stagliano a ricreare spazi della quotidianità che, senza apparente – e autentico – motivo, vengono disegnati alle spalle e intorno ai personaggi, che si ritrovano dunque a interagire in questa sorta di inspiegabile e goffamente realizzata cartoonia.

Girotondo cerca di racchiudere i disagi di coppia, soprattutto delle donne di oggi, con dialoghi che, seppur aiutati da consulenze esperte in materia psicoterapeutica, poco si adattano alla dimensione della settima arte. Una diagnosi errata che bisognerebbe ristudiare interamente.

Girotondo è nelle sale dal 22 giugno, prodotto e distribuito da SeDici Cinema.

 

Regia - 1
Sceneggiatura - 1
Fotografia - 1
Recitazione - 1
Sonoro - 1
Emozione - 1

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