RomaFF13 – Butterfly: recensione del docufilm su Irma Testa

Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman regalano un racconto di sogni e speranza con Butterfly.

La vita di una sportiva non è certamente facile, specialmente quando si prova la sensazione di aver buttato all’aria gli anni più belli della propria giovinezza per raggiungere invano un traguardo da sempre prestabilito. Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman dirigono un docufilm sulla vita di Irma Testa, prima pugile donna a qualificarsi per le Olimpiadi, in un progetto che ha preso gradualmente vita in tre anni.

Presentato nella sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, Alice nelle Città, Butterfly segue, passo dopo passo, dal 2015 fino a oggi, la quotidianità di Irma, tra sacrifici, fatiche, gioie, traguardi raggiunti. Un’Irma appena dodicenne inizia ad avvicinarsi al mondo del pugilato semplicemente per voler imitare la sorella, decidendo di negare completamente la danza e avvicinarsi a quello sport considerato più prettamente maschile. Assistiamo al modo in cui la protagonista inizia a dividere la sua presenza tra luoghi chiave della sua esistenza, non solo la casa in cui abita inizialmente insieme alla madre a Torre Annunziata, ma anche la Boxe Vesuviana di Torre Annunziata, guidata dall’affabile e paterno maestro Lucio Zurlo, e Assisi come sfondo delle più grandi fatiche di Irma.

Butterfly è l’incontro tra uno stile più prettamente documentaristico e uno stile da fiction

Butterfly Cinematographe

Una rete che tesse la trama delle relazioni sociali, affettive e professionali della ragazza: potrebbe essere definito in questo modo Butterfly, che fa incontrare armoniosamente uno stile più prettamente documentaristico a uno stile registico più da fiction, tanto da scorrere piacevolmente con dei ritmi così azzeccati da far dimenticare a volte che si tratta si un documentario. L’obiettivo è mettere a nudo la protagonista, mostrandola per ciò che è veramente, nei suoi pregi e nei suoi difetti, nelle sue forze (fisiche e psicologiche) e nelle sue fragilità.

Dalla tenacia e determinazione, tuttavia, ci vuole un attimo a passare allo sconforto e al mettere in discussione tutto quello che è stato fatto fino a quel momento e questo è quello che accade a Irma dopo essere stata eliminata dalle Olimpiadi e non essersi aggiudicata l’ambitissima medaglia d’oro. Si tende sempre a soffermarci sulle vittorie e mai sui fallimenti sportivi analizzando il dopo, ma Butterfly vuole indagare sia i pro che i contro di questa doppia faccia della medaglia, evidenziando le conseguenze direttamente sulla persona di Irma. Se Irma voleva comunicare la sua vera Io in questo docufilm, allora è riuscita nel suo intento.

Butterfly: un documentario dal finale aperto che lascia uno spiraglio di luce sulla carriera di Irma Testa

Butterfly Cinematographe

Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman regalano un racconto di sogni e speranza, seppur costellato dai classici ostacoli che fanno parte del gioco chiamato vita, presentando la storia di una ragazza che dal nulla, da un semplice paesino campano, e solo tramite la sua passione e determinazione, diventa la prima pugile donna ad arrivare a Rio per partecipare alle Olimpiadi. Tuttavia, nonostante il fallimento sportivo, e dopo vari ripensamenti e contraddizioni, Irma torna ad allenarsi con la Nazionale; per questo motivo il docufilm si conclude con un finale aperto: le Olimpiadi di Rio saranno anche andate male, ma la ragazza si sta preparando per partecipare alle Olimpiadi di Tokyo del 2020, sperando che questa volta l’esito sia diverso dal precedente.

Regia - 3.5
Fotografia - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3