3/19: recensione del film di Silvio Soldini con Kasia Smutniak

Una donna in carriera, una notte di pioggia, un evento che cambia ogni cosa, la riscoperta di una parte morta di sé nell’undicesimo film di Silvio Soldini.

Si può perdere per anni il contatto con la parte più umana di sé stessi e ritrovarla dopo un evento traumatico (ri)scoprendo sensazioni, desideri e dolori sopiti? È quello che succede a Camilla, protagonista di 3/19, il nuovo film di Silvio Soldini, scritto con Doriana Leondeff e Davide Lantier, e interpretato da Kasia Smutniak, dall’11 novembre 2021 in sala coprodotto da Lumière & Co. e Vision Distribution.

Camilla è un’avvocatessa di successo presa 24 ore su 24 dal suo lavoro per il quale trascura la figlia, da anni abituata all’assenza della madre, e la sua vita privata. Quando una notte di pioggia è coinvolta in un incidente nel quale muore un giovane immigrato, la sua vita cambia totalmente. Alla ricerca del nome e delle origini del ragazzo, Camilla riscoprirà gradualmente una parte sepolta di sé stessa, grazie anche all’incontro con Bruno (Francesco Colella), direttore di un obitorio, totalmente diverso da lei.

3/19 – Una bella prova attoriale per Kasia Smutniak

3/19, cinematographe.it

Silvio Soldini torna ad esplorare l’universo femminile raccontando una storia di rinascita e riscoperta attraverso il personaggio sfaccettato di Camilla: all’inizio la sua vita è frenetica e parla una lingua “criptica”, quella del mondo degli affari, non si ferma, neanche di notte, neanche la domenica – “Che strana parola, che significa?” – e sembra interessata solo a ottenere grandi traguardi a lavoro. Sembra perché dopo essere stata travolta da un motorino, incidente del quale forse è responsabile, le sue priorità iniziano a cambiare, rivelando una grande profondità e umanità e un trauma passato che ancora la tormenta. A questo punto i tempi del film si dilatano, Camilla si fa più riflessiva, guarda “oltre la sua vita”: osserva con tenerezza i vicini di casa felici e che sembrano amarsi davvero, Adele (Caterina Forza), sua figlia, che nemmeno la degna di uno sguardo, attraverso la vetrina di un locale, e Bruno che è un genitore presente a differenza sua. Si sente in colpa per la morte del ragazzo e il suo pensiero diventa una tale ossessione tanto da spingerla ad indagare sulla vita di questo giovane terzo morto non identificato dell’anno 2019 che dà il titolo al film. Questa personale indagine assume sempre di più i contorni di un “thriller dell’anima” attraverso il quale Camilla investiga anche sul senso della sua vita cercando non solo risposte sul ragazzo senza nome ma interrogando i suoi sentimenti.

3/19, cinematographe.it

Il regista segue Camilla nei suoi cambiamenti, nel suo continuo vagare, anche nei suoi momenti di “caotica” stasi, soffermandosi sulle espressioni, sui cambiamenti graduali del suo sguardo: sfuggente e severo all’inizio, disorientato, attraversato da tanti stati d’animo dopo l’incidente. Una prova che Kasia Smutniak affronta con naturalezza e intensità restituendo un personaggio dalla grande umanità, che riesce a imparare dai suoi errori.

3/19 –  La dignità di una tomba senza nome

3/19, cinematographe.it

A completare un film che con estrema eleganza racconta una rinascita è la sottotrama che mostra con grande pietas la condizione di indifferenza che vivono molti immigrati, invisibili alla società quando non vengono accusati di qualcosa, tombe senza nome e senza le preghiere dei loro cari quando muoiono. La colpa che si sente addosso Camilla per la morte di “3/19” abbatte il cinismo dell’ambiente esclusivo che frequenta, che lo bolla come un semplice incidente da dimenticare subito, e i suoi sforzi per non farlo essere uno dei tanti morti anonimi dell’anno gli restituisce dignità e affetto.
Nel cast anche Paolo Mazzarelli, Martina De Santis, Antonio Zavatteri, Anna Ferzetti, Arianna Scommegna e Giuseppe Cederna.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 4
Sonoro - 4
Emozione - 4

4