Wolfenstein II: The New Colossus – recensione per PS4

Wolfenstein II è un titolo folle, sanguinolento e appagante da giocare, una vera hit videoludica che tutti dovrebbero avere nella propria collezione.

Dopo aver stupito critica e pubblico con l’ottimo Wolfenstein: The New Order, uscito nel 2014 su console e PC, i ragazzi di Machine Games tornano alla ribalta con The New Colossus, sequel che si prefigge di essere ancora più folle ed adrenalinico del predecessore. Saranno riusciti gli sviluppatori a realizzare lo shooter definitivo? Scopritelo nella nostra recensione, stilata sulla versione PS4 del titolo.

Wolfenstein II: The New Colossus – a caccia di nazisti in un’America distopica

Gli eventi narrati in Wolfenstein II partono immediatamente dopo il finale del primo capitolo e vedono i giocatori ancora una volta nei panni dell’eroe B.J. Blazkowicz che, purtroppo, non è più l’uomo di un tempo, sia fisicamente sia moralmente. Dopo essere rimasto gravemente ferito nella resa dei conti con il Generale Deathshead, Blazkowicz non sa quanta forza gli sia rimasta in corpo e, con la compagna Aya incinta ed i tedeschi che dominano il mondo, dovrà letteralmente trascinarsi fuori dal letto e compiere l’unica cosa che gli riesca meglio: uccidere nazisti a volontà e salvare tutti, un’ultima volta.

The New Colossus è ambientato nel 1961 in una realtà distopica dove i tedeschi hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale ed hanno ottenuto informazioni realtive all’Area 51. Tra proiettili, esplosioni, e tante altre minacce, vi troverete ad attraversare New York, New Orleans, il New Mexico e altre ambientazioni, tutte stravolte da anni dall’oppressione nazista. La follia e la genialità di questo capitolo si evincono sin dal prologo, quando vediamo il nostro eroe trivellare gli sporchi nazisti, come vengono da lui apostrofati, trascinandosi a stento su di una sedia a rotelle. Si tratta di una testimonanzia lampante della sua volontà indomita da eroe della Resistenza, nonchè il primo di numerosi momenti pulp che vi troverete a vivere. Wolfenstein II, infatti, è pregno di quell’atmosfera Tarantiniana visibile in Bastardi Senza Gloria, pellicola cult del 2009. Se avete apprezzato quest’ultima, amerete alla follia anche il gioco in questione.

Ad intrattenere i giocatori in una campagna single player della durata di 15-20 ore ci pensa un comparto narrativo al top, caratterizzato da situazioni e personaggi memorabili, uno su tutti quello di Frau Engel, nemesi principale e vecchia conoscenza di Blazkowicz. Si tratta di una donna violenta, vendicativa e senza morale, che incarna alla perfezione l’ideologia nazista. Dopo essere riuscita a scalare i ranghi di un ambiente militare come quello nazista, ha di fatto conquistato una notevole libertà personale a discapito di quella degli altri, trovandosi però ad essere inebriata dal suo stesso potere. Nel corso di quest’avventura sarà possibile scoprire retroscena interessanti sulla difficile infanzia di Blazkovicz, mostrata attraverso flashback crudi e violenti.

Wolfenstein II: The New Colossus

Dal punto di vista del gameplay, Wolfenstein II cattura perfettamente lo spirito degli FPS vecchia scuola, pur presentando svariati assi nella manica che rendono l’azione fresca ed innovativa. La doppia maneggevolezza delle armi da fuoco, mista a delle opzioni stealth ottimamente implementate, rendono il combattimento diverso dagli standard a cui siamo abituati. Quest’ultime sono ben bilanciate e soddisfacenti da usare, e permettono letteralmente di vaporizzare i nemici o di bruciarli in piccoli pezzi, lasciando ai giocatori una grande libertà creativa nelle uccisioni. In altre parole, il ritmo di gioco è sempre variegato e difficilmente incapperete in un momento di noia mentre starete impugnando un fucile o un’accetta.

Wolfenstein II è un titolo folle, sanguinolento e appagante da giocare, una vera hit videoludica che tutti dovrebbero avere nella propria collezione

Rispetto al primo capitolo, è decisamente migliorato il sistema di progresso e crescita di Blaskowicz, il quale può raccogliere i numerosi kit di potenziamento per le armi e le abilità, sparsi nel gioco, e modificare il suo arsenale. La difficoltà è ben calibrata, ma in alcuni momenti l’IA dei nemici diventa davvero ostica ed è dunque consigliabile non buttarsi nella mischia all’impazzata, ma studiare attentamente l’ambiente circostante e crearsi delle strategie. Piccola nota a margine: il multiplayer è totalmente assente, ma non ne abbiamo assolutamente sentito la mancanza, segno che gli sviluppatori abbiano dato anima e corpo ad una campagna che non ha nulla da invidiare alla narrazione cinematografica.

Per avere un pò di pausa tra un combattimento frenetico e l’altro, vi sarà data la possibilità di esplorare liberamente il Martello, un sottomarino che funge da seconda base operativa della resistenza. Si tratta di un vero e proprio HUB dove è possibile visonare i collezionabili raccolti, interagire con gli altri membri dell’equipaggio e portare a termine quest secondarie che regalano notevoli power-up al personaggio di Terror Billy, come viene definito dai nemici. Un’altra chicca che va ad aumentare la longevità del titolo è rappresentata dalla possibilità di sbloccare i bersagli del Reich che si trovano sparsi nelle mappe di gioco, e riaffrontarli ancora una volta allo scopo di raccogliere le Carte della Morte ed eliminare la loro faccia dal tabellone presente nel sottomarino.

Wolfenstein II eccelle anche sul lato tecnico, adottando un motore grafico derivato dal Tech Engine di Id Software, quello usato per Doom, per intenderci. I modelli poligonali sono ben realizzati e carichi di dettagli e texture ad alta risoluzione che, soprattutto su PS4, fanno la loro grande figura. Il design ambientale è particolarmente ispirato e, dato il setting distopico, sembra quasi che siano state prese delle pagine da La svastica sul sole, romanzo di Philip K. Dick, e trasportate in forma videoludica. Fantastica anche la colonna sonora composta da brani in stile rock anni ’60, che accompagnano Blazkovicz nelle sue stragi di nazisti.

Tirando le somme, non possiamo che definirci entusiasti di quello che i ragazzi di Machine Games sono riusciti a realizzare. In un’annata videoludica dove molti hanno criticato la lenta scomparsa del single player a favore dell’online, e dove gli scandali delle microtransazioni sono stati all’ordine del gioco, Wolfenstein II mette a tacere tutti con una campagna memorabile ed un comparto tecnico eccellente. Si tratta del non plus ultra degli FPS, un titolo che tutte le software house dovrebbero studiare per capire come il single player non sia mai stato così vivo. Promosso a pieni voti.