Outer Banks – Stagione 2: recensione della serie tv Netflix

Recensione della seconda stagione di Outer Banks, la serie teen Netflix che unisce avventura e sentimenti.

Un anno dopo la prima stagione, esordita durante il lockdown della primavera scorsa, ritroviamo su Netflix le calde e suadenti atmosfere di Outer Banks. La serie riprende in medias res da dove si era interrotta con la fine dei dieci episodi iniziali, riportandoci al centro della fuga tra le onde di John B e Sarah – ricercati dalle forze dell’ordine per l’omicidio dell’agente di polizia in realtà commesso da Rafe – e tra il cordoglio dei loro amici che li credono morti, mentre Ward continua a cercare di portare a compimento il trafugamento dell’oro ritrovato nella prima stagione. Durante i nuovi episodi vediamo l’evoluzione delle vicende impostate precedentemente e l’ampliamento dell’universo della serie ad una nuova avventura, che vedrà i Pogues prima impegnati a smascherare i traffici illegali del padre di Sarah e poi alla ricerca di un’antica croce d’oro nascosta. I primi episodi erano usciti un po’ in sordina, almeno in Italia, costruendo un successo progressivo che ha portato a questa seconda stagione – creata ancora da Jonas Pate, Josh Pate e Shannon Burke – attesa e carica di aspettative dopo le premesse di partenza.

Outer Banks 2 migliora la costruzione narrativa della serie donandole maggiore dinamicità

outer banks 2

I nuovi episodi della serie viaggiano tra conferme e speranze centrate. Da un lato ritroviamo l’impianto complessivo conosciuto precedentemente, con quel sapore da teen drama degli anni Duemila aggiornato ai tempi attuali e inserito nelle affascinanti ambientazioni segnate dal clima torrido e dal protagonismo del mare, dall’altro è invece evidente un consistente cambio di passo narrativo. La sceneggiatura dimostra una maggiore solidità e un’efficacia nel condurre il racconto, eliminando alcuni trascurabili passaggi sentimentali e giocando molto più sull’azione e gli intrighi dalle venature thriller. Fin dalle prime battute si viene catapultati all’interno di un susseguirsi di eventi caratterizzati da un ritmo molto sostenuto e capaci di intrattenere in maniera dinamica, destando curiosità e interesse.

Certamente non siamo di fronte ad un prodotto che brilla per originalità, tuttavia lo sviluppo della storia è pienamente godibile e riesce a trovare un maggiore equilibrio rispetto alla prima stagione. La forza dei nuovi episodi risiede nella capacità di imprimere maggiore continuità alla componente action e alle avventure dei protagonisti impegnati nella ricerca di una loro personale rivincita. Non tutto è perfettamente coerente e credibile, ma complessivamente questa seconda stagione riesce a sviscerare e sviluppare le basi poste precedentemente. Anche dove sono presenti alcune forzature, queste non sono tuttavia mai eccessive, mantenendo scorrevolezza e fruibilità, facendo crescere la serie e facendo auspicare un ulteriore valido proseguo futuro (il finale non conclusivo apre le porte alla terza probabile stagione).

La serie sviluppa maggiormente alcuni personaggi come Pope e Kiara

I dieci episodi che compongono la seconda stagione di Outer Banks riducono ridondanze e dilatazioni, creando una certa tensione continuativa e tessendo una tela dove i diversi fili trovano una composizione organica e uno sviluppo adeguato. Troviamo ora anche un approfondimento di alcuni personaggi lasciati un po’ ai margini nella prima stagione: così spazio e spessore sono dati ad esempio a Kiara e Pope, i quali vengono delineati con una più marcata introspezione psicologica, che ci porta a conoscerne meglio la personalità e il background, assistendo alla loro crescita. I rapporti umani e sociali hanno ancora un loro peso all’interno dell’impianto complessivo della serie, da una parte addentrandosi ulteriormente nelle dinamiche personali e familiari dei protagonisti, riflettendo su come le relazioni – di qualunque genere – influenzino e indirizzino fortemente le nostre azioni, dall’altra riproponendo un ragionamento sulla dialettica di classe, benché non approfondito e utilizzato come corredo alle avventure dei protagonisti.

La seconda stagione di Outer Banks è un teen drama coinvolgente e sufficientemente ben costruito

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È evidente che il riferimento sia quasi esclusivamente quello di un pubblico adolescenziale o comunque giovanile e, ragionando nell’ottica del target preso in considerazione, va detto che il modo di condurre la narrazione risulta efficace, per altro riuscendo probabilmente a fare breccia anche in altre fette di pubblico interessate ad un prodotto d’intrattenimento semplice e dinamico. Anche il cast migliora e matura – pur restando ancora in parte acerbo – con una maggiore consapevolezza e una più convincente forza nel trasmettere le emozioni dei personaggi, che godono di una scrittura più strutturata.

In definitiva la seconda stagione di Outer Banks riesce a sviluppare le basi poste nella prima e a correggere alcuni dei difetti inizialmente evidenziati, portando la serie a divenire un lavoro più avvincente, teso e appagante, dove anche i passaggi sentimentali adolescenziali sono ora messi al servizio dell’azione e dell’intreccio narrativo complessivo. Pur non mancando alcune semplificazioni e alcune risoluzioni delle situazioni in cui si ritrovano i protagonisti un po’ improbabili, con questi nuovi episodi i fratelli Pate e Shannon Burke fanno evolvere lo show in maniera convincente e costruiscono un prodotto energico e vivace, sviluppato in crescendo, equilibrato anche nei momenti più drammatici e senza particolari sbavature, inducendoci a volgere già lo sguardo verso un’attesa terza stagione.

La seconda stagione di Outer Banks è disponibile su Netflix dal 30 luglio 2021.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3

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