Mr. Inbetween: recensione della serie TV su Star

Che succede se un padre e  fratello amorevole è anche un sicario implacabile? Tra violenza e umorismo nero, Mr. Inbetween è una delle serie più interessanti in circolazione.

Arriva su Star di Disney+ a partire dal 27 ottobre 2021 la prima stagione di Mr. Inbetween, una delle serie crime più originali e divertenti degli ultimi anni. Creata e interpretata da Scott Ryan sulla base del suo film del 2005 The Magician, questa black comedy australiana su fondo molto, molto ruvido esplora la vita sdoppiata di un uomo spiritualmente, psicologicamente, materialmente in bilico. Bene e male sono concetti davvero malleabili in questo gustoso affresco contrastato: violenza pura e introspezione, poesia del quotidiano e un’ambiguità nello sguardo che non cerca il male per il male. E non allude a improbabili e superficiali chance di redenzione. Il punto è che la vita è davvero complicata.

Mr. Inbetween: che lavoro fa papà?

Mr Inbetween cinematographe.itSei episodi, lunghi non più di una mezz’oretta, ma tanto basta a Mr. Inbetween per immergerci fino ai capelli nella vita spericolata di Ray (Scott Ryan). Ray è una discreta autorità nel suo lavoro. Sicario a noleggio dal sangue freddo, la mira infallibile e una sostanziale assenza di scrupoli, una pioggia di proiettili (e non solo) dispensata a destra e manca per conto del boss Freddy (Damon Herriman). In coppia con Gary (Justin Rosniak), qualche volta per coprirgli le spalle.

Questo è Ray al lavoro, una macchina assassina grondante rabbia, professionista della violenza dalla mano ineccepibile. Abbastanza a suo agio nel navigare le acque torbide della vita criminale con piglio sornione e nero umorismo. Il miraggio di Ray non parla la lingua del pentimento, qualunque demone bussi alla sua porta per il momento (prima stagione) non fa troppo rumore. No, il sogno di Ray è tenere in piedi più a lungo possibile il complicato gioco di equilibrio che lega il bene e il male, il bacio e la pistola.

La forza di Mr. Inbetween è una limpida premessa, e la coerenza che la sostiene lungo l’arco del racconto. Questo è l’uomo, sussurra Scott Ryan, esplorato dovunque. Dentro, fuori, a casa e al lavoro. Ray è il bacio della morte ma anche, ma anche, il padre amorevole di Brittany (Chika Yasumura). Il compagno di Ally (Brooke Satchwell), il buon fratello di Bruce (Nicholas Cassim), malato terminale. Se la cosa vi sembra complicata, vuol dire che l’uomo è complicato.

Un uomo tra affetti e lavoro, bene e male

Mr Inbetween cinematographe.it

A Scott Ryan non interessano indici accusatori e giudizi affrettati. Non ha importanza per il suo autore che Ray faccia il male nel senso che, certo, l’attività professionale ha il suo peso e nessuno si sogna di fare apologia dell’omicidio. Ma la scelta di Ray è la scelta di Ray. Nessuno ha il diritto di interferire nei suoi affari, quanto piuttosto la possibilità di cogliere, nel riflesso dei suoi sforzi, una verità importante che coinvolge tutti, nessuno si senta escluso. Tutti, prima durante e dopo, sulla falsariga dell’eroe nero (e splendente) di Mr. Inbetween , si barcamenano per conciliare il bene e il male al centro e alla periferia della vita. Sicuramente il conflitto interiore di Ray è un tantino più ingombrante e perversamente interessante delle inquietudini medie.

Per il resto. Violenza e umorismo, un binomio pericoloso ma che la serie maneggia con pacata consapevolezza. La narrazione è strutturata armonicamente sulla sovrapposizione di tre piani. C’è Ray al lavoro. Ray in famiglia. E poi, la chiave narrativa e simbolica del racconto, Ray nei rari momenti in cui la vita letteralmente lo prende in mezzo e dosa in maniera più che problematica gli ingredienti del suo cocktail, amore e morte.

Questo il segreto: un interessante escamotage narrativo, un’impronta di genere solida e al contempo la capacità di lavorare sui toni per uscire dagli schemi. E infine, un conflitto emotivo soddisfacente. Più facile a dirsi che a farsi.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

3.1