The Bye Bye Man: recensione del film di Stacy Title

Pare sia tratto da un'assurda storia vera The Bye Bye Man, il film di Stacy Title con Carrie-Anne Moss, Faye Dunaway, Douglas Smith, Lucien Laviscount, Doug Jones nel cast.

The Bye Bye Man: non dirlo, non pensarlo, non vederlo. Partendo con delle premesse classiche e apparentemente sufficienti il film diretto da Stacy Title sembra seguire pedissequamente i canoni intramontabili del buon horror: un serial killer, una casa, quattro adolescenti e qualcosa di strano!

Gli ingredienti per stilare un film dell’orrore degno di nota ci sono praticamente tutti, ma manca la scintilla in grado di mixarli a dovere e di convogliare il tutto in una forma che sia degna di oltrepassare la godibilità, di varcare la soglia del “già visto” e del prevedibile per provare a stupire lo spettatore.

La grande pecca di The Bye Bye Man è però senza dubbio rintracciabile nella sua indole poco avventuriera, in quel freno a mano perennemente tirato che non ci permette di andare oltre la paura labile dei protagonisti.

Ma paura di chi e di cosa? Chi è questo fantomatico Bye Bye Man?

All’inizio del film veniamo catapultati nel 1969. Vediamo un uomo armato di fucile uccidere a sangue freddo delle persone e il suo unico pensiero è sapere a chi hanno rivelato quel nome. Dopo averli eliminati, si suicida, credendo così ti aver spezzato la catena.
Ma eccoci ai giorni nostri: Elliot, la sua fidanzata Sasha e il suo migliore amico John decidono di andare a vivere in una casa fuori dal campus, ma all’entusiasmo iniziale si sostituirà subito una bella fetta di terrore e confusione.

La vicenda parte dal ritrovamento di un comodino che riporta, all’interno del cassetto, un’ossessiva dicitura: “non dirlo, non pensarlo”, alla quale segue il fatidico nome del titolo: Bye Bye Man. A questo segue il ritrovamento di una moneta d’oro – evidentemente simbolo della sorte (testa o croce?) – e l’arrivo di un’amica di Sasha che dice di essere sensitiva.
Inizialmente scettici su quanto sta per accadere, alla fine i quattro giovani sembrano rassegnarsi all’idea di essere perseguitati da una figura misteriosa e soprannaturale e iniziano a indagare.

Quella che poteva essere la parte più corposa del film viene però liquidata con una manciata di battute e poca suspense. Tutto infatti verte alla realizzazione mentale di una figura immaginaria, che riappare nel momento in cui viene menzionata o pensata, inducendo le persone a commettere atti terribili.
Ci sarebbe piaciuto approfondire meglio la sua identità, capire da dove esce fuori, perché si è insinuato in quella città e perché uccide e invece ciò che se ne cava fuori dal film è solo una presenza fisica tumefatta e poche informazioni.

La damnatio memoriae che viene applicata a Bye Bye Man perde il fascino e la corposità che poteva avere in età antica, forse perché in quest’era non si riesce proprio a concepirla!

Eliminare ogni riferimento a Bye Bye Man (interpretato da Doug Jones) è l’unica soluzione plausibile per eliminarlo: se non puoi leggerlo, non puoi trovarlo e non puoi pensarlo! Oltre all’aspetto raccapricciante, infatti, questo killer non ha apparentemente nulla che non va. Non agisce in prima persona, non sposta oggetti, non rovescia i crocefissi, semplicemente distorce la realtà, facendo in modo che le preoccupazioni di ognuno si materializzino.

E proprio lasciandosi soffocare dalle visioni di una realtà che non esiste che i protagonisti finiscono per assalirsi a vicenda, non riuscendo comunque a estirpare il male principe.

the bye bye man

A una trama abbastanza lineare e di fatto senza pretese si legano una fotografia impeccabile e metodica, che associa perfettamente luci e ombre. Pochi invece i momenti in cui vi capiterà di saltare dalla poltrona, ma certo parecchi quelli in cui vi lascerete cullare dal malefico pensiero “e se qualcosa si insinuasse nella mia mente, come la scaccerei via?”.

The Bye Bye Man, insomma, gioca molto sulla psicologia e la sensibilità di ogni spettatore e sull’idea “il male elimina il male”, come una sorta di esorcizzazione dei peccati folli che vengono commessi ogni giorno in tutto il mondo.
Una giustificazione al dolore e all’uccisione, una distorsione comune della realtà che diventa un inferno senza armi di massa, tv o altri mass media, ma con la semplice forza del passaparola: il mass media più antico del mondo!

Concludendo, possiamo asserire che The Bye Bye Man avrebbe potuto senza dubbio giocare meglio le sue carte, rinforzare la dose delle note horror, arricchire la storia. Ma magari, visto il successo al box office Usa, sono tutte carte che la regista potrebbe giocarsi per la messa a punto di un possibile sequel.

The Bye Bye Man, al cinema dal 19 aprile, resta per il momento un film horror per stomaci deboli, un prodotto leggero da vedere, magari senza pensare troppo!
Regia - 2.5
Sceneggiatura - 1.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 2.5
Sonoro - 1.5
Emozione - 1.5

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