Woody Allen ammette che uno dei suoi migliori film è sopravvalutato: “Mi ha deluso, è troppo pretenzioso”
Woody Allen a 90 anni rilegge Manhattan, il suo film più amato… e più odiato.
A 90 anni appena compiuti, Woody Allen continua a muoversi nel cinema come se il tempo non avesse alcun potere su di lui. Mentre stringe un accordo con la Comunità di Madrid per un nuovo lungometraggio, torna a riflettere su uno dei titoli più celebrati della sua carriera. E lo fa con quell’onestà un po’ spietata che lo accompagna da sempre.
Il film incriminato è Manhattan, un’opera che molti considerano il vertice della sua filmografia accanto a Io e Annie. Per Allen, però, è un titolo che non ha mai davvero digerito. “Quando ho girato Manhattan e l’ho visto, sono rimasto molto deluso”, ha ricordato a The Hollywood Reporter. Tanto deluso da arrivare a un’offerta folle, almeno per gli standard dell’industria: “Se non distribuisci questo film, te ne farò uno gratis.”

Lo studio, naturalmente, non accettò l’accordo. L’investimento era già ingente e nessuno voleva mandar scoperte le carte: il film doveva uscire. Così avvenne, ed ecco l’ironia della sorte — Manhattan divenne un enorme successo. Il pubblico lo accolse con entusiasmo e l’incasso sfiorò i 40 milioni di dollari negli Stati Uniti, un risultato notevole per un film costato meno di un quarto.
Lui, però, non cambiò idea. Anni dopo, nel documentario Woody Allen: The Documentary, confessò che quella visione fu per lui un vero colpo nello stomaco: “A questo punto della mia vita, se questo è il meglio che posso fare, non dovrebbero darmi soldi per fare film.” Una posizione che ribadisce spesso. “Non ne sono rimasto entusiasta. La sceneggiatura era troppo moralistica, troppo presuntuosa”, ha raccontato al New Haven Register.
Un giudizio severo, mitigato solo dal riconoscimento per la fotografia di Gordon Willis, “girata magnificamente”, e per le interpretazioni del cast. L’Academy, come il pubblico, la pensò diversamente: Manhattan ottenne 2 nomination agli Oscar, per la sceneggiatura e per la miglior attrice non protagonista. Non vinse – era l’anno di Kramer contro Kramer – ma la sua eredità era già scritta.
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