Silvio Berlusconi e la leucemia mielomonocitica cronica: sintomi e prognosi della malattia del Cavaliere
L'ex premier si trova attualmente ricoverato presso l'ospedale San Raffaele di Milano.
Leucemia mielomonocitica cronica. Ha un nome la malattia di cui soffre Silvio Berlusconi, come comunicato, in una nota ufficiale, dall’ospedale San Raffaele, presso cui è ora ricoverato il Cavaliere. Si tratta di una forma di leucemia piuttosto comune in età avanzata (70 anni in media) e colpisce una persona ogni 100 mila. Secondo quanto si può apprendere, costituisce una forma cronica, la quale, se non trattata, può trasformarsi nella ben più grave leucemia mieloide acuta.
La sindrome, di tipo mielodisplastico-mieloproliferativa, è contraddistinta dall’incremento dei monociti, un tipo particolare di globuli bianchi, riferisce l’Ail. Ne deriva un indebolimento del sistema immunitario, da cui, ovviamente, l’aumento delle probabilità di incorrere in infezioni, comprese polmonari, come accaduto con l’ex presidente del consiglio.
I sintomi e la prognosi della leucemia mielomonocitica cronica, che da tempo affligge Silvio Berlusconi
Di solito, la strada raccomandata dai medici consiste nel trapianto delle cellule staminali da donatore. Che vengono prelevate dal midollo osseo o dal sangue periferico, quando è possibile. Essa prevede, innanzitutto, una fase di chemioterapia, definita di contenimento, dopodiché si cerca un potenziale donatore, tra i parenti del soggetto bisognoso di cure, o ricorrendo a un esterno. Al trapianto delle cellule staminali è stato sottoposto un altro personaggio pubblico, lo scrittore Alessandro Baricco. Non è dato sapere cosa sia stato consigliato a Silvio Berlusconi.
L’età e le condizioni di salute, infatti, non sempre consentono il trapianto. In tali circostanze, viene impiegata la cosiddetta azacitidina o, laddove fosse proliferativa, l’idrossiurea per arrestare la diffusione dei globuli bianchi. In alternativa, si usano, in certi casi, pure il busulfano, l’etoposide e la 6-mercaptopurina. Ai pazienti anemici, che non versano in condizioni critiche, si prescrive, a volte, l’eritropoietina.