Pupi Avati sui cinema chiusi: “Riapriteli il prima possibile o la gente perderà l’abitudine”

Ecco l’appello che Pupi Avati fa a Mario Draghi. Per il regista i cinema sono chiusi da troppo tempo

Intervistato da Adnkronos il regista Pupi Avati lancia un appello al governo italiano: “Chiediamo a Mario Draghi che riapra le sale il prima possibile, perché ormai è forte in tutti la preoccupazione che si crei una disabitudine ad andare al cinema”. Il regista di film come Il cuore grande delle ragazze e Una sconfinata giovinezza parla del timore che il pubblico perda l’abitudine di recarsi al cinema, dopo quasi un anno di stop delle sale cinematografiche. “Ormai è un anno che sono chiusi per cui il cinema, non come fruizione generale ma come sala cinematografica, luogo deputato alla visione dei film, sta uscendo dalle abitudini delle persone. Io non sento nessuno dire che ne ha nostalgia: ormai i film li guardano a casa”.

Lei mi parla ancora: recensione del film di Pupi Avati con Renato Pozzetto

Il nuovissimo film del regista, dal titolo Lei mi parla ancora, è uscito l’8 febbraio su Sky Cinema Uno e in streaming su Now TV. Il film è liberamente tratto dall’omonimo libro di Giuseppe Sgarbi e racconta la storia d’amore tra Nino e Caterina: un amore lungo 65 anni e mai finito, neanche con la morte di lei.

La sinossi del film:

Nino e Caterina sono sposati da sessantacinque anni e si amano profondamente dal primo momento che si sono visti. Alla morte di Caterina, la figlia Elisabetta, nella speranza di aiutare il padre a superare la perdita della donna che ha amato per tutta la vita, gli affianca Amicangelo, un editor con velleità da romanziere, per scrivere attraverso i ricordi del padre un libro sulla loro storia d’amore. Amicangelo accetta il lavoro solo per ragioni economiche e si scontra subito con la personalità di un uomo che sembra opposta a lui. Ma il rapporto tra i due diventerà ogni giorno più profondo fino a trasformarsi in un’amicizia sincera.