Napoli Signora, lo sguardo di La Capria e Arbore

Vedi Napoli e poi muori, recita il detto. Come dargli torto. Una città bella e viva, caratteristica e dalla propria identità. C’è la Napoli dominata dalla camorra, quella prepotente che spesso finisce sui giornali. C’è la città elegante e borghese, quella che Raffaele La Capria racconta nelle pagine di Ferito a morte, romanzo del 1961. Questa è la Napoli Signora che racconta Fabrizio Corallo in un documentario intervista. Un racconto fatto attraverso occhi attenti di giornalista e di regista. Protagonisti insieme al capoluogo partenopeo sono lo stesso La Capria e Renzo Arbore. Il primo napoletano doc e il secondo d’adozione.

Raffaele La Capria

Raffaele La Capria

Il documentario Napoli Signora è stato presentato al Prix Italia di Torino e trasmesso su Rai Storia a fine settembre 2014. Il lungo dialogo tra La Capria e Arbore è intervallato da immagini e ricordi. Dalla Napoli storica, dagli eventi più influenti, dalla musica e dall’arte. L’idea del regista Fabrizio Corallo nasce dalla voglia di fare conoscere e incontrare due suoi amici, legati e accomunati dal forte amore per la bella Napoli. Risultato: una conversazione spontanea e costruttiva che ripercorre i momenti salienti della città dal dopoguerra sino ad oggi.

Corallo insieme ai suoi amici rende omaggio a Napoli, ai suoi colori, alla sua vitalità. Mostra una città che non è solo quella raccontata da Francesco Rosi ne Le mani sulla città. Non è solo camorra e maleducazione. È la “Napoli dimenticata”, come commenta La Capria. “Sull’altra faccia di una città che ha dato i natali a Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Sebastiano Maffettone. Dei De Luca, dei Rosi. Amata persino da Donizetti che, bergamasco, le dedicò Canzone marenara. Quella città che non si è saputa raccontare nei romanzi così come ha saputo fare quella siciliana descritta da De Roberto e Tomasi di Lampedusa. Invece ha eccelso nel pensiero e nella speculazione filosofica”.

Renzo Arbore

Renzo Arbore

Renzo Arbore, invece, è foggiano. La puglia scorre nelle sue vene, ma Napoli ha conquistato il suo cuore. Da studente ha frequentato la Federico II e da quel momento si è invaghito della cultura partenopea. Ha rubato la sua musicalità, la sua vitalità artistica e l’ha portata in giro per tutto il mondo.

Napoli Signora offre uno spaccato partenopeo troppo spesso dimenticato. Il suo lato migliore. E al centro del film, messi da parte intellettuali, scrittori, registi, ci sta lei: la regina, Napoli. Con le sue strade strette che diventano palcoscenico di vita e passione. “Napoli Signora di cui abbiamo chiacchierato è quella nobilissima dei grandi poeti, degli intellettuali, quella di cui non si parla”, come afferma Renzo Arbore.

Napoli Signora prende forma nel salotto della casa di Renzo Arbore dopo una serie di piacevoli conversazioni. Corallo non solo è riuscito nel suo intento, far scoprire ai due artisti il loro amore comune per questa meravigliosa città, ma ha mostrato a tutti che esistono ben due Napoli. Diverse tra di loro. E ogni tanto è doveroso ricordare anche quella solare, viva e pulita, che ha dato lustro al nostro Paese e alla settima arte.

Per i più curiosi. Nelle prossime settimane il documentario sulla città partenopea dovrebbe andare in onda su Rai 3. Intanto il regista è tornato a lavoro. Fabrizio Corallo ha già in cantiere il prossimo progetto. Un documento per ricordare il grande Francesco Rosi, del quale era amico e con il quale ha collaborato. Il film sulla sua vita e sul suo lavoro sarà prodotto dalla figlia Carolina Rosi e avrà toni tanto nostalgici per quanti hanno amato le pellicole del maestro scomparso lo scorso 10 Gennaio.