Keanu Reeves spiega perché è contrario ai deepfakes

L'attore, purtroppo, ha avuto una brutta esperienza in passato.

Keanu Reeves (nome completo Keanu Charles Reeves) è un famoso attore con cittadinanza canadese, nato però a Beirut, in Libano. Un anti-divo per eccellenza che, nel corso della sua carriera, ha sempre dimostrato un’avversione particolare nei confronti degli atteggiamenti capricciosi tipici delle star hollywoodiane. L’artista, in particolare, ha debuttato sul grande schermo nel 1986, con Spalle Larghe, per poi costruire una vita artistica davvero intensa che lo ha visto apparire in progetti del calibro di Il sogno di Robin (1986), Le relazioni pericolose (1988), Point Break – Punto di rottura (1991), Un mitico viaggio (1991), Belli e dannati (1991), Dracula di Bram Stoker (1992) e molti altri ancora.

Keanu Reeves lo abbiamo visto recentemente in Matrix Resurrections (2021)

Keanu Reeves - Cinematographe

Keanu Reeves, ad ogni modo, nelle ultime ore ha rivelato un elemento che proprio non sopporta della nuova tecnologia video. Stiamo parlando, in particolare, della tecnica del deepfake, in particolare una sintesi delle immagini che si fa attraverso l’intelligenza artificiale che, fondamentalmente, basandosi su un volto e un video, manipola il filmato, inserendo un’immagine esterna. Tale mezzo, ovviamente, è sempre molto comodo nel mondo del cinema e delle serie tv (pensate al ringiovanimento di Luke Skywalker in Stagione 2), ma a quanto pare non è molto apprezzato da Reeves stesso, che in una recente intervista per Wired, ha spiegato.

Non mi importa se qualcuno sbatte le palpebre durante un montaggio. Ma all’inizio, nei primi anni 2000, o potrebbero essere stati gli anni ’90, ho avuto una performance cambiata… Hanno aggiunto una lacrima sul mio viso, e ho pensato, ‘Huh?!’ Era come se non dovessi nemmeno essere qui.

Detto questo, Keanu Reeves ha ammesso che è molto curioso di vedere come il mondo di Hollywood si adatterà nei prossimi anni questa tecnologia e come questa viene migliorata di anno in anno. Insomma, nonostante non sia un particolare estimatore dei deepfakes, vuole comunque seguire tutti gli sviluppi in merito.

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Fonte: Wired