Keanu Reeves rivela perché a 59 anni pensa sempre alla morte
Ai microfoni della BBC, l'attore Keanu Reeves ha confessato di pensare sempre alla morte. "Penso sia una cosa positiva", ha dichiarato.
Dopo aver creato e scritto la fortuna serie di fumetti BRZRKR, Keanu Reeves ha debuttato ufficialmente come scrittore. Nelle librerie statunitensi e inglesi, da qualche giorno, è disponibile The Book of Elsewhere, romanzo che l’attore ha scritto in collaborazione con lo scrittore inglese di fantascienza China Miéville. Al centro della storia c’è lo stesso guerriero immortale di 80.000 anni protagonista della serie di fumetti BRZRKR. Intervistato dalla Bbc proprio a proposito del romanzo, la star di John Wick e Matrix ha confessato di pensare molto alla morte.
Keanu Reeves spiega perché a 59 anni pensa sempre alla morte
Chi conosce bene la vita di Keanu Reeves, sa bene che l’attore si è ritrovato più volte ad affrontare la morte di persone care. Nel 1993 ha perso uno dei suoi più grandi amici, l’attore River Phoenix, per un’overdose. Sei anni dopo, nel 1999, ha dovuto dire addio alla bambina che la sua fidanzata dell’epoca, Jennifer Syme, portava in grembo. Due anni dopo, la donna, è morta in un incidente stradale. La star ha quindi ammesso di pensare molto alla morte. “Ho 59 anni, lo faccio continuamente. Penso che sia una cosa positiva. Specialmente se non è un qualcosa che ci paralizza ma se ci invita ad apprezzare il fatto stesso che respiriamo e tutte le possibilità che possiamo avere“.
Nel romanzo da lui co-scritto, Keanu Reeves ha cercato di proporre una storia fatta di azione ma anche di una serie riflessioni esistenzialiste e molte personali sulla mortalità e sulla natura umana. “Non capisco la violenza del mondo, non capisco perché, pur dovendo morire tutti, ci ammazziamo per cose che, forse guardandole meglio, non sono poi tanto importanti. Mi interrogo sul perché siamo qui e chi siamo. Mi faccio domande sulla tecnologia e sul perché la nostra specie sembra avere una pulsione di estinzione. Mi interrogo sull’amore e perché è così fragile, mentre la morte è così forte. Mi piace riflettere su queste cose e, forse, metterle in un fumetto“.