Il venerabile W.: il documentario di Barbet Schroeder è film della Critica

Scopriamo quale motivazione ha spinto il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI a designare Il venerabile W., il documentario di Barbet Schroeder, film della Critica

Il venerabile W., che arriverà in Italia a partire da giovedì 21 marzo 2019, è stato scelto come film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani

In occasione del giorno in cui si celebra la giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, ovvero giovedì 21 marzo, arriverà nelle nostre sale cinematografiche il documentario Il venerabile W. che, attraverso un’intervista esclusiva con il maestro buddhista Wirathu, vuole portare a riflettere su una situazione critica e dolorosa, pressoché sconosciuta in Italia. Il documentario diretto dal regista candidato all’Oscar Barbet Schroeder (BarflyIl mistero Vol Bulow) svela la figura e il percorso di Wirathu, maestro buddhista birmano che predica “la protezione della razza e della religione”.

Del film Il venerabile W., distribuito in Italia grazie a Satine Film, vi abbiamo già raccontato qualcosa. Vi abbiamo mostrato il trailer, il poster, vi abbiamo annunciato la data d’uscita nelle sale italiane e vi abbiamo presentato il teaser trailer. Oggi vi sveliamo che è stato designato film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI. La motivazione che ha accompagnato questa scelta è la seguente.

Con uno sguardo che si tiene laterale per mettere ancora più in mostra la stortura del pensiero del suo protagonista, il monaco birmano islamofobico Ashin Wirathu, Barbet Schroeder firma una regia attonita eppur rigorosa, in un’opera che ragiona sulla politica religiosa, sul pensiero che si autodefinisce “superiore” e sul primato della materia belluina rispetto all’evaporazione della “fede”.

Il venerabile W. ha inoltre ottenuto il Patrocinio di Amnesty International. La situazione che il regista Barbet Schroeder mostra attraverso la settima arte, portandola sul grande schermo, riflette in qualche modo, in modo esponenziale, i delicati equilibri internazionali e che si ripercuotono su ogni Paese, per quanto geograficamente lontano. Attraverso il suo film documentario infatti si chiede come una filosofia, da lui stesso praticata, così pacifista e tollerante come il Buddhismo, possa provocare tali degenerazioni nell’animo umano.