Gina Lollobrigida, il segretario Andrea Piazzolla rompe il silenzio: “Non c’è il minimo rispetto nei suoi confronti”
"Vorrei che fosse ricordata come una delle più grandi artiste internazionali", ha dichiarato Andrea Piazzolla.
Dopo giorni di assoluto silenzio, Andre Piazzolla ha deciso di rompere il silenzio. Intervistato da Adnkronos, il segretario di Gina Lollobrigida, morta all’età di 95 anni lo scorso 16 gennaio, ha chiesto rispetto per l’attrice, attaccando senza mezzi termini figlio, nipote ed ex marito della Lollo.
Andrea Piazzola, segretario di Gina Lollobrigida, contro tutti
“Ho scelto il silenzio, di non farmi vedere. Perché? Perché se fossi andato, avrei dovuto prendere Xavier Rigau a calci nel c…, perché Gina questo si aspetterebbe da me”, ha esordito Andrea Piazzola. Ma siccome non sono uno che fa queste cose, non andrò al funerale perché non accetto quello che stanno facendo, è una vergogna. Non c’è il minimo rispetto nei confronti di Gina, né da parte del figlio, né del nipote, né di Xavier Rigau. Trovo vergognoso che il figlio e il nipote abbiano permesso a quell’uomo di essere lì e non solo, anche di inventarsi cose assurde. Lui è arrivato in ospedale solo dopo che Gina non c’era più. Si è inventato che le ha dato la mano, che lei era felice. Non solo non sono cose vere, ma questa si chiama mitomania“.
Il segretario di Gina Lollobrigida ha aggiunto in seguito: “Uno che arriva davanti a Gina in Campidoglio, e va a piangere, a fare queste scene, cosa cerca? Popolarità? Lui per me è affetto da mitomania, ma il figlio e il nipote sono vergognosi. Ora capisco perché lei diceva “Non voglio lasciargli nulla”. Lo capisco! Quella donna aveva pienamente ragione! Come si può accettare di avere una persona così in famiglia? L’unica cosa che posso dire è: lasciate in pace Gina!. Io chiedo solo che le volontà di Gina vengano rispettate, non chiedo altro, ho solo il compito di proteggerla in questa fase. Vorrei che fosse ricordata come una delle più grandi artiste internazionali. Solo in ultimo ha fatto l’attrice, ma vorrei che fosse ricordata ancora prima come scultrice, come fotografa, come lei avrebbe voluto“.