Venezia 73: si conclude il China Film Forum alle Giornate degli Autori 2016

Un’eccezionale partecipazione di autori, addetti ai lavori, normali spettatori, italiani, europei e cinesi ha caratterizzato quest’anno la terza edizione del China Film Forum promosso dalle Giornate degli Autori, insieme a Bridging the Dragon e Doc/it e rivolto agli autori e alle storie che possono creare un ponte reale tra le due culture e le due cinematografie di Europa e Cina. Oltre trecento invitati erano presenti all’apertura di ieri, culminata nell’avvio di una diretta collaborazione tra le Giornate e la Shanghai Film Art Academy a favore dei giovani talenti di Italia e Cina.

Il Forum di oggi, moderato da Maurizio Sciarra (regista impegnato in un’importante coproduzione con la Cina) e organizzato in collaborazione conDream Circle e Inthinker Studio, si è concentrato sul confronto fra autori come Francesco Bruni, Paolo Genovese, Shu Huan (il creatore del più grande successo cinese degli ultimi anni) e Yuan Yuan (sceneggiatrice del candidato all’Oscar Go Away Mr. Tumor).

Congiuntamente, i presidenti delle associazioni italiane degli autori, Francesco Martinotti (ANAC) e Francesco Bruni (100autori), hanno lanciato la proposta di un regolare scambio di incontri tra gli autori e hanno sottolineato come per la prima volta il tema della creatività in comune fosse al centro del dialogo, condizione necessaria per raccogliere investimenti e sostegni a coproduzioni effettive.

Venezia 73: si conclude il China Film Forum alle Giornate degli Autori 2016

È il caso dei tre modelli raccontati in questa giornata: La lunga marcia oggi, diretto daSergio Basso per la televisione di Pechino, Caffè, di Cristiano Bortone (che ha la doppia nazionalità ed uscirà a breve nelle sale italiane e cinesi) e diHue Hue: una soprano sulla via della seta, ideato e prodotto da Agnese Fontana.

Alla villa degli Autori – dice Maurizio Sciarra – è avvenuto oggi qualcosa di straordinario nella sua semplicità: sceneggiatori e autori di queste due grandi cinematografie hanno cercato di individuare insieme modi e linguaggi per collaborare in maniera non banale partendo dal legittimo spaesamento che un autore prova nel raccontare un universo che prima non conosceva.

Solo così si possono creare modelli e storie non effimeri, capaci di appassionare spettatori tanto diversi sfuggendo alla banalità di una falsa omologazione. Il cinema europeo può vincere in Cina proprio se regala un punto di vista diverso dall’ovvio”.

E’ la strada maestra tracciata dal network produttivo sino-europeo Bridging the Dragon che incoraggia e accompagna lo sviluppo di progetti selezionati per il loro potenziale di efficace penetrazione nei diversi mercati. “Un lavoro – dice Cristiano Bortone di Bridging the Dragon – che richiede duttilità e tenacia, che obbliga ad azzerare pregiudizi e preconcetti reciproci ma che può effettivamente schiudere le porte al più grande mercato del mondo, oggi potenzialmente aperto al gusto del nuovo”.