Istituto Luce-Cinecittà al Taormina Film Fest 2016 con 5 nuovi documentari

L’Istituto Luce-Cinecittà sarà presente alla 62ª edizione del Taormina Film Fest, che si terrà dal 10 al 18 giugno 2016, con ben cinque nuovi film di distribuzione (prodotti o co-prodotti). In Concorso arriva L’attesa, il ritorno al documentario di Roland Sejko dopo il successo di critica e il David di Donatello per il miglior doc nel 2013 con Anija – La nave. Lo sfondo del film è il viaggio di Papa Francesco in Albania, nella sua prima visita continentale, il 21 settembre 2014, per visitare “un popolo che ha a lungo sofferto le ideologie del passato”.  Ne L’attesa il suo volo da Roma a Tirana dura 50 anni. Il documentario usa il viaggio del Papa come punto di partenza per fare una dissezione della dittatura comunista albanese, dichiaratamente l’unico paese ateo del mondo. Attraverso riprese e materiali d’archivio, il film segue le vicende di una coppia di protagonisti dalle storie memorabili: un frate francescano che ha passato la maggior parte della sua vita nelle carceri comuniste, e una cattedrale, quella di Scutari, che divenne un palazzo dello sport. Si rinnova poi per questa edizione di Taormina la speciale partnership che l’anno scorso ha acceso un ‘Punto Luce’: uno spazio di visione dedicato a documentari inediti distribuiti e co-prodotti dal Luce. Quest’anno il focus è sulla storia novecentesca, con titoli che si addentrano in vicende cardine del secolo grazie a punti di vista e forme avvincenti. Ben oltre il documentario di rievocazione e divulgazione, degli scorci emozionanti di memoria collettiva.

1945 – L’anno che non c’è, di Beppe Attene. A 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e dalla Liberazione dell’Italia, un film che rilegge i momenti-chiave della nostra Storia recente, attraverso le parole di alcuni suoi imprescindibili protagonisti: politici, intellettuali, militari, combattenti, gente comune. Da Mussolini a Churchill, da Calamandrei a Ernesto Rossi, a Beppe Fenoglio, Pavese, Primo Levi, Moravia, Tina Anselmi, Sandro Pertini, Giaime Pintor, Roosevelt, Salvatore Giuliano, Malaparte, Alessandro Pavolini, Elio Vittorini e molti altri. Con le immagini dell’Archivio storico Luce e i testi interpretati da Massimo Ranieri e Ludovica Sistopaoli. Mio Duce ti scrivo, di Massimo Martella. Durante il ventennio, italiani di tutte le età, sesso ed estrazione sociale prendono la penna per scrivere al duce. Un carteggio sterminato di centinaia di migliaia di missive, per chiedere aiuto, denunciare torti o illegalità, o solo comunicare a Mussolini la fede nella sua persona. Un  carteggio selezionato, interpretato da quattro attori (e corredato dalla testimonianza di un mittente d’eccezione, Andrea Camilleri) che vale come un formidabile e drammatico spaccato al vivo della macchina propagandistica di Mussolini. Inferno Mittelbau Dora, di Mary Mirka Milo. Mittelbau Dora è l’ultimo campo di concentramento costruito dai nazisti e il più duro campo di lavoro forzato presente in Germania. Nelle sue gallerie sotterranee i prigionieri lavorano senza sosta alla produzione dei missili V2, le armi segrete progettate da von Braun che, nei piani di Hitler, dovrebbero cambiare le sorti della Seconda Guerra Mondiale. Le eccezionali testimonianze dirette dei sopravvissuti danno vita a un racconto che svela un’incredibile storia sotterranea. La linea del Pasubio, di Matteo Raffaelli.  Il Monte Pasubio è stato il teatro di uno degli scontri più duri e simbolici della Prima Guerra Mondiale. Attraverso le letture di Peppe Servillo, che ripercorre la ‘strada delle 52 gallerie’, il film dà voce ai pensieri dei soldati che dal fronte scrivevano a casa. Paura, speranza, disperazione, rabbia. Sul volto del grande attore napoletano scorrono le emozioni che provarono gli uomini che vissero l’esperienza brutale della guerra di trincea, del combattimento corpo a corpo, della guerra di posizione.