Dylan Dog – Lacrime di pietra: recensione

350: vi dice qualcosa questo numero?
Per tutti gli amanti e i fedeli lettori di casa Bonelli il numero 350 non è un numero a caso, è il numero che segna la fine della prima parte della rinascita di uno dei personaggi di punta della casa editrice di fumetti più famosa in Italia.
La rinascita di cui stiamo parlando è quella di Dylan Dog e l’artefice di questo ciclo denominato 2.0 è opera di Roberto Recchioni.
Con il trecentocinquantesimo numero si giunge ad un giro di boa, molte le novità presentate nel corso dei 12 numeri da ottobre 2015, molti i segreti da rivelare e le risposte da dare ai lettori ma una cosa è certa: Lacrime di pietra lo speciale tutto a colori su un soggetto, sceneggiatura e disegni di Carlo Ambrosini è un numero straordinario e assolutamente da recuperare.
Perché? Ve lo spieghiamo subito…

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Dylan va a far visita a Bloch convalescente, in ospedale, dopo una brutta operazione… E, con sua sorpresa, l’Indagatore dell’Incubo trova l’ex-ispettore di Scotland Yard innamorato di Crispille, una bellissima ragazza portoghese cieca, conosciuta da poco… Ma perché le tracce della ragazza incrociano subito quelle di un malavitoso, a piede libero da pochi giorni? Quale mistero si nasconde nel suo passato? E quale rapporto ha con la Beata Crispille, una Santa a sua volta portoghese, la cui statua è collocata di fronte alla cappella dell’ospedale?

Dylan Dog – Lacrime di pietra: bentornato Dylan!

Il soggetto e la sceneggiatura di Lacrime di pietra portano sulle 100 pagine dell’albo speciale Bonelli dedicato a Dylan Dog una storia a metà tra il drammatico e l’onirico; uno stile narrativo visionario ci accompagna alla scoperta di una storia drammatica, dove tutto è gestito dall’amore: Dylan Dog nelle sue varie avventure di sicuro non è nuovo all’amore, certamente struggente, triste, solitario ma pur sempre Amore, con la A maiuscola. In Lacrime di pietra si parla però dell’amore visto da Sherlock H. Block, storico “vecchio” amico di Dylan, (andato in pensione nel numero 338 di questa rinascita dal titolo Mai più, ispettore Bloch) un amore che non accetta condivisione e che, dopo gli eventi narrati nel numero 349 (i riferimenti sparsi nell’albo sono molteplici dando così vita alla “seconda parte” di una storia più ampia) il buon Bloch deve sistemare da solo.
Il Dylan presente in questo albo, seppure resti il protagonista indiscusso, lascia spazio all’evoluzione dell’arco narrativo dell’ispettore Bloch dandogli finalmente una collocazione all’interno dell’universo del Dylan Dog 2.0: Bloch è anziano, Bloch è stanco, Bloch ha il suo spazio nello spin-off del Dylan Dog Magazine annuale ma  vuole bene all’Old Boy e non lo abbandonerebbe mai, neppure in punto di morte.

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I disegni sempre ad opera dello stesso Ambrosini e i colori dati da Giovanna Niro ci catapultano visivamente all’interno di tavole dal gusto noir, retrò e cinematografico; tavole che arricchiscono ed espandono una storia struggente e proprio perchè maledetta e malinconica, al limite della perfezione, portando in scena un Dylan che urla a gran voce: sono rinato ma sono pur sempre io, l’indagatore dell’incubo che ama l’amore.
Se si deve proprio trovare una pecca contenuta all’interno di Lacrime di pietra è solo ed esclusivamente legata alla continuity del numero precedente: chi vorrà affacciarsi su una storia speciale di Dylan Dog e non è un lettore abitudinario che corre in edicola mensilmente per mettere le mani sulla nuova opera mensile apprezzerà ugualmente la storia, ma ne perderà un 20% di fascino se non ha letto i numeri precedenti a Lacrime di pietra e non conosce gli eventi che hanno portato al ricovero di Bloch e a tanti altri piccoli riferimenti contenuti nell’albo.

In conclusione Lacrime di pietra non è solo un fumetto, ma è una sceneggiatura cinematografica in 120 pagine, un film su carta, un piccolo gioiello narrativo che siamo sicuri rimarrà impresso nello storico Bonelli per anni a venire; l’inizio di una corsa in discesa che ci porterà il prossimo anno a festeggiare i 30 anni dell’indagatore dell’incubo.

Grazie Dylan, grazie per essere tornato; anche se per noi non sei mai andato via.

 

 

 

Giudizio orrore di Carta

Sceneggiatura - 4.5
Personaggi - 4.5
Chine - 4.5
Emozioni - 5

4.6

Voto finale