Cinema Troisi: lavori in corso e apertura ad autunno 2020
Il Cinema Troisi è una sala cinematografica storica interna all’immobile dell’ex Casa GIL (Gioventù Italiana del Littorio), commissionata all’architetto Luigi Moretti dall’Opera Nazionale Balilla, ed edificata nel 1933.
La prossima settimana inizieranno le opere di demolizione, che porteranno la sala a venire completamente rinnovata. Ecco i dettagli
Lunedì 25 Novembre inizieranno le opere di demolizione interne del Cinema Troisi, già autorizzate dalla Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, nonché dai competenti uffici comunali.
Il progetto, curato dagli architetti Claudia Tombini e Raffaella Moscaggiuri, ammonta a un investimento di 1.426.942 euro e sarà finanziato principalmente dal MIBACT, nonché dalla Regione Lazio, da SIAE e da fondi propri dell’associazione, ottenuti attraverso le donazioni dei sostenitori – raccolte durante le arene estive o direttamente online – e i contributi offerti da personalità del mondo dello spettacolo.
La sala sarà completamente rinnovata: un unico e grande schermo da 13 metri, digitalizzazione 4K di ultima generazione e 300 poltrone. A incorniciarla, un foyer bar e un’aula studio-biblioteca da 40 postazioni aperta 24 ore su 24, con area esterna negli spazi della terrazza.
Servizi diversi e complementari affiancheranno l’attività cinematografica, permettendo a una cittadinanza eterogenea di attraversare e vivere lo spazio, con l’obiettivo di coinvolgere nuovi potenziali spettatori tra coloro che non frequentano più il grande schermo o forse, nel caso dei più giovani, che non lo hanno mai frequentato. Gli interventi previsti sono pertanto: l’adeguamento delle uscite di emergenza e delle vie di esodo; demolizione e ricostruzione integrale dell’impianto aeraulico, idrico ed elettrico; rifacimento di tutte le pareti insonorizzanti; sostituzione di ogni materiale tessile e d’arredo; digitalizzazione della cabina di proiezione.
“Per quanto concerne la gestione del cinema – ha dichiarato Valerio Carocci, Presidente del “Piccolo America” – ci lasceremo ispirare dalla multiprogrammazione e dalle iniziative proposte dai cinema Beltrade e Mexico di Milano, dallo Stensen di Firenze, dal Visionario di Udine, dal CinemaZero di Pordenone e dal PostModernissimo di Perugia: tutte sale indipendenti che, diventate reali catalizzatori di nuovi spettatori, riescono a dare visibilità e voce anche alle opere più piccole e meno conosciute. È dai loro progetti di gestione, infatti, che abbiamo trovato spunto per dare spazio sia alla prima e alla seconda visione, sia alla retrospettiva. Come avviene in queste realtà, del resto, l’obiettivo è quello di creare pubblico non solo attraverso la selezione dei film, ma anche e soprattutto grazie al lavoro quotidiano svolto nel territorio. Caratteristica del Cinema Troisi sarà la sua identità sociale, il suo umanizzarsi nelle vesti di un operatore culturale: una sala che costruirà vere e proprie comunità temporanee nell’occasione delle proiezioni cinematografiche. Proprio come testimoniano le realtà sopracitate – conclude Carocci – che abbiamo visitato, conosciuto e seguito da vicino: ognuna di loro ci ha regalato un pezzetto di ispirazione per ideare la gestione del Cinema Troisi”.
Il Cinema Troisi è una sala cinematografica storica interna all’immobile dell’ex Casa GIL (Gioventù Italiana del Littorio), commissionata all’architetto Luigi Moretti dall’Opera Nazionale Balilla, ed edificata nel 1933.
Utilizzata inizialmente come sala conferenze e teatro dalla Gioventù Italiana, diventa poi cinema parrocchiale negli anni ‘50 con il nome di Cinema Induno, mostrandosi in queste vesti alle spalle di Vittorio De Sica nel 1952 in “Buongiorno, elefante!” di Gianni Franciolini. È in questi anni che l’Induno si guadagna la nomea di “sala popolare”, in virtù del prezzo ridotto del biglietto, applicato soprattutto agli spettacoli dedicati ai bambini.
Nel 1997 Cecchi Gori ne rileva la gestione avviando una fase di rilancio. Successivamente ristruttura la sala e la dedica all’attore Massimo Troisi, prematuramente scomparso tre anni prima.
Qualche anno dopo, in seguito al fallimento del circuito Safin di Cecchi Gori, Ferrero ne rileva la gestione fin quando, nel febbraio del 2012, la sala viene chiusa definitivamente.
Nel 2015, con lo sgombero forzoso di Roma Capitale, l’esercizio cinematografico viene infine messo a bando. Ad aggiudicarsi la gestione è l’associazione “Piccolo America”.